L’attore Memè Perlini si è suicidato gettandosi dalla finestra di casa.
La stessa fine dei registi Carlo Lizzani e Mario Monicelli. Memè Perlini ha ritenuto giusto di non continuare.
In modo drammatico. Non aveva ancora settanta anni, e aveva vissuto la sua epoca d’oro fra gli anni settanta e ottanta.
Un esponente importante dell’avanguardia teatrale romana: un intellettuale ironico, versatile, anticonformista nel senso più vero e genuino del termine.
Ebbe un lungo e fecondo sodalizio artistico con lo scenografo e regista Antonello Aglioti, morto nel 2013.
Da questa collaborazione sono nati spettacoli importanti come Locus Solus, Eliogabalo, La cavalcata sul lago di Costanza, il Risveglio di primavera.
Fra i film, ha diretto Grand Hotel des Palmes. Perlini era nato nel 1947 a Sant’Angelo in Lizzola, nelle Marche. La sua era una famiglia di giostrai girovaghi.
Come attore cinematografico aveva lavorato con Germi in Le castagne sono buone, con Leone in Giù la testa, con Scola in La famiglia, con Comencini in Voltati Eugenio, con Mazzacurati in Notte italiana.
Il suo amico Ulisse Benedetti ha detto che soffriva di una depressione grave ma era in cura. Aveva la scrivania ingombra di farmaci.