Lattuga contaminata Escherichia epidemia negli Usa

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La lattuga è la verdura più comune presente nell’insalata. Nonostante sia così “famosa” e consumata, molti ancora non sanno che ha innumerevoli qualità e che mangiarla quotidianamente è un toccasana.

Per migliaia di anni infatti la lattuga è stata coltivata più che come semplice vegetale. Gli antichi addirittura ritenevano che possedesse qualità medicinali.

Gli Egiziani, ad esempio, usavano i semi della lattuga per produrre un olio e ne utilizzavano anche le foglie. Già in epoca medievale in Europa la lattuga era conosciuta per le sue proprietà medicinali, menzionate in alcuni testi medievali. Era prescritta per squilibri della pressione sanguigna, perdita di appetito, insonnia, e come tonico dell’intestino e dell’apparato digerente.

Può essere consumata in differenti modi: cruda, se la pianta è fresca, oppure bollita o stufata dove si presta alla creazione di primi piatti come ministre, zuppe, ecc o come decotto (anche se la cottura in generale ne modifica le proprietà nutrizionali che vedremo di seguito).

La lattuga è composta per il 94,6 % da  acqua, per lo 0,3 % da grassi, l’1,2 % da zuccheri, dall’1,3 % di fibre alimentari, lo 0,6 % di ceneri e dall’ 1,4 % di proteine.

Questi i minerali presenti: calcio, fosforo, sodio, potassio, zinco, stronzio, cobalto, ferro, magnesio e rame.

Le vitamine invece sono: vitamina A, vitamine B1, B2, B3, B5, B6, vitamina E, vitamina C, K e J. La lattuga ha anche un buon contenuto di beta-carotene, 4.443 mcg per 100 grammi.

Gli zuccheri si dividono in destrosio e fruttosio mentre gli aminoacidi sono: acido aspartico e acido glutammico, alanina, arginina, cistina, glicina, fenilalanina, istidina, isoleucina, leucina, lisina, prolina, serina, tirosina, metionina, triptofano, valina e treonina.

Lattuga contaminata Escherichia epidemia negli Usa

Lattuga contaminata Escherichia epidemia negli Usa

La lattuga contiene anche acido citrico, acido linoleico, acido oleico, acido palmitico, stearico, malico ed ossalico.

Più in generale, contiene antiossidanti che aiutano a combattere l’invecchiamento cellulare, la circolazione sanguigna e a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo. E’ l’ideale per chi soffre di diabete per il fatto che la lattuga aiuta a regolare il livello di zuccheri nel sangue. Oltre ad avere proprietà digestive è molto utile per chi soffre di flatulenza. E’ inoltre di gran aiuto per chi soffre di ritenzione idrica e calcoli renali.

Ma attenzione: anche il numero di virus potenzialmente capaci di infettare le insalate è alto, anche se di essi solo alcuni inducono danni rilevanti.

La specie virale più nota e diffusa è Let-tuce Mosaic Virus (LMV), seguita da Tomato Spotted Wilt Virus e da due virus, spesso associati, che inducono una malattia nota come “big vein”, ovvero MirafioriLettuce Big-Vein Virus (MLBVV) e Lettuce Big-Vein associated Virus (LBVaV).

In questi giorni, inoltre, gli Stati Uniti sono alle prese con l’infezione del batterio Escherichia per il consumo di lattuga romana prodotta in Arizona nella zona di Yuma.

Le Autorità pubbliche hanno avvisato i cittadini di non consumare alcun tipo di lattuga romana a causa della presenza di Escherichia Coli (E Coli) che ha scatenato un’epidemia diffusa al momento in 22 Stati, anche se per fortuna non si è registrato alcun morto.

Secondo il Washington Post, circa la metà delle quasi 100 persone colpite dall’infezione, ha dovuto far ricorso alle cure ospedaliere, versando in gravi condizioni. Negli USA la maggior parte della lattuga lavata e imbustata è coltivata nella Salinas Valley, in California, ma durante l’inverno viene spostata in Arizona, nella parte sudovest dello stato.

Tra i sintomi diffusi tra chi ha contratto l’infezione, forti crampi allo stomaco, diarrea, vomito e nei casi più gravi, insufficienza renale. Ricordiamo comunque che l’escherichia coli è un batterio molto diffuso, e non tutti i ceppi sono patogeni. Non a caso vive non solo nell’ambiente ma anche nell’intestino degli animali e dell’uomo, dove svolge un’importante azione per la regolazione dell’assorbimento di calcio e la coagulazione del sangue, grazie alla produzione di vitamina K.

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