Leucemia, regalano le proprie ferie al collega malato

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La leucemia mieloide acuta (LMA) è la forma di leucemia acuta che più frequentemente si riscontra negli adulti di età superiore ai 60 anni; è piuttosto rara nei soggetti di età inferiore ai 45 anni; entrambi i sessi possono essere colpiti dalla malattia, ma si registra una lieve predilezione per il sesso maschile.

Le cause della leucemia mieloide acuta non sono note; è però noto che vi sono vari fattori che aumentano il rischio di contrarre la patologia quali, per esempio, l’esposizione prolungata a radiazioni ionizzanti, l’esposizione cronica al benzene e ai suoi derivati, le terapie con i farmaci alchilanti.

Se chemioterapia e radioterapia sono i trattamenti prediletti, nei casi più gravi bisogna ricorrere al trapianto di midollo. Il trapianto di midollo osseo ha lo scopo di sostituire il midollo osseo malato con midollo osseo sano. La procedura ha inizio con la somministrazione di dosi molto elevate di chemioterapici, con o senza radioterapia, allo scopo di eliminare le cellule tumorali e distruggere il midollo osseo. Il midollo osseo sano viene prelevato da un donatore compatibile e trasferito al ricevente attraverso un ago introdotto in vena, e in tal modo va a sostituire il midollo distrutto dalla chemio.

Notevoli progressi sono stati effettuati nella terapia di questa malattia ma, nonostante gli indubbi miglioramenti, i risultati sono meno soddisfacenti rispetto ad altre neoplasie, come la leucemia linfatica acuta.

Per fortuna quella di Emilio Lentini, 53enne di Cologno Monzese (Milano), è una storia a lieto fine grazie prima di tutto alla famiglia e ora anche ai suoi colleghi.

La storia, raccontata dal Giornale di Treviglio, comincia nel 2016, quando l’uomo ha cominciato a sentirsi molto, troppo debole. Convinto dalla moglie ad andare in ospedale per fare gli esami del caso, ha scoperto di avere una forma di leucemia mieloide acuta talmente grave che, secondo i medici, senza un intervento gli avrebbe concesso solo pochi giorni di vita.

Il figlio gli ha per fortuna donato il midollo osseo che gli ha permesso di sottoporsi all’intervento per sconfiggere la leucemia, ma purtroppo l’intervento è stato talmente debilitante che le forze non gli sono tornate e, dopo un anno e mezzo, rischiava quindi di essere licenziato dal suo lavoro.

Il 53enne, secondo il medico del lavoro, non è ancora in grado di riprendere il proprio posto: per lui dunque si prospettava la possibilità di usufruire di un’aspettativa non retribuita, con tutte le conseguenze che questa strada avrebbe comportato per la sua famiglia.

Ma per fortuna, dopo quello del figlio, per l’uomo è ora arrivato un altro grande gesto di solidarietà  da parte delle persone che lavorano con lui nella Mattei Group a Vimodrone.

Nello specifico, i colleghi dello stabilimento di Vimodrone, ma anche gli operai che lavorano nell’altra fabbrica del gruppo a Verdello, in provincia di Bergamo, hanno deciso di rinunciare a parte delle loro ferie e dei loro permessi retribuiti per aiutare il compagno in difficoltà. Una staffetta di solidarietà non da poco, che ha regalato al lavoratore altre 911 ore di tranquillità, in attesa di rimettersi definitivamente in forze.

“Quando abbiamo saputo che di lì a poco sarebbe rimasto senza stipendio, abbiamo cercato subito di capire se potevamo fare qualcosa – ha detto un collega di Lentini – All’inizio sembrava che non fosse possibile perché è un opzione contemplata solo per i familiari, ma tramite l’azienda siamo riusciti a farlo. Emilio è sempre stato uno di noi, ha combattuto tante battaglie e non potevamo non stargli vicino. L’unica cosa che conta è che si rimetta in salute”.

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