Mano bionica primo impianto effettuato a Cagliari

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Si tratta del primo impianto di mano bionica ed è stato effettuato a Cagliari, la mano protesica è un ritrovato di altissima tecnologia dotato di sensori che permettono al paziente di utilizzarla come fosse un vero e proprio arto, in pratica i movimenti vengono gestiti in modo naturale e naturalmente vengono anche “imitati” in modo presso che identico ad un arto reale, si chiama Almerina Mascarello è una donna originaria di Vicenza ed ha 55 anni. Diversi anni fa, purtroppo, ha perso la mano in un incidente. Cosa ha di speciale? È oggi la prima paziente a cui è stata impiantata una mano bionica.

Lo speciale dispositivo è stato realizzato a Pisa dal gruppo coordinato da Silvestro Micera, in collaborazione con i colleghi Politecnico di Losanna.

Il team responsabile dello sviluppo dell’intero progetto comprende ingegneri, neuroscienziati, chirurghi, esperti di elettronica e robotica provenienti da Italia, Svizzera e Germania.

La mano bionica impiantata alla donna risulta in grado di imitare i movimenti della mano naturale per quanto riguarda le dimensioni e il peso.

La donna ha sperimentato per circa 6 mesi la mano bionica in grado di percepire il contatto con gli oggetti. L’intervento è stato realizzato presso il Policlinico Gemelli di Roma, ed è stata sottoposta a numerosi test per migliorare le performance del dispositivo.

La mano protesica ha dei sensori capaci di rilevare informazioni sulla consistenza di un oggetto. I dati sono poi trasmessi a un computer che sta in uno zaino e che è deputato a convertire i segnali in un linguaggio comprensibile al cervello tramite piccoli elettrodi impiantati nei nervi della parte superiore del braccio .

Mano bionica, la prima al mondo impiantata a Cagliari

Mano bionica la prima al mondo impiantata a Cagliari

A raccontare la storia della fortunata paziente è Paolo Maria Rossini, responsabile della Struttura complessa di Neurologia del Policlinico universitario Agostino Gemelli di Roma, che ha seguito la paziente.

Abbiamo operato e seguito dal 2009 fino ad ora 5 persone, nel corso della sperimentazione di una mano bionica in grado di restituire il senso del tatto, e Almerina è stata la prima donna, la prima italiana e la prima a indossare l’impianto per sei mesi, anche al di fuori del laboratorio. E’ andata al ristorante, ha raccolto dei fiori, ha fatto cose normali in situazioni normali“, dice Rossini.

La speranza è quella di arrivare a ulteriori miniaturizzazioni. “A quel punto servirebbero delle aziende per la produzione della mano bionica e per l’assistenza tecnica, sia dal punto di vista meccanico che del software”, conclude Rossini.

La sensazione è spontanea – ha raccontato la stessa donna alla tv britannica – come se fosse la tua vera mano. Sei finalmente in grado di fare cose che prima erano difficili, come vestirti, indossare scarpe, tutte cose banali ma importanti. Ti senti completo”.

Stiamo andando sempre più nella direzione dei film di fantascienza, come la mano bionica di Luke Skywalker in Star Wars – ha spiegato Silvestro Micera, un neuro-ingegnere dell’Epfl di Losanna – una protesi completamente controllata e totalmente naturale, identica alla mano umana”.

Nel 2014 lo stesso gruppo internazionale aveva già realizzato la prima mano bionica dotata di tatto, ma l’attrezzatura sensoriale e informatica a cui era collegato l’arto era troppo grande per poter lasciare il laboratorio. Ora la tecnologia è abbastanza piccola da stare in uno zaino, che il paziente porta sulle spalle.

L’obiettivo dei ricercatori è di realizzare protesi artificiali che possano avvicinarsi sempre di più nell’imitare le caratteristiche degli arti umani. D’altronde basti pensare al progetto “My hand” realizzato dall’Istituto di Biorobotica della scuola superiore sant’Anna di Pisa. Questa speciale mano robotica riesce a integrarsi con i muscoli e il sistema nervoso, pertanto in tal modo la volontà si trasforma in movimento.

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