Le ore all’indomani delle elezioni sono sempre quelle in cui avvampa la polemica: non solo dispute tra vincitori e vinti, ma soprattutto la consapevolezza che i nostri avi sono morti sul campo di battaglia per conquistare il diritto al voto, e noi lo sprechiamo latitando spesso e volentieri dalle urne.
Sull’astensionismo molto radicato, negli ultimi anni, ma soprattutto in queste ultime regionali dove i restanti sono stati in pratica solo la metà, si è espresso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Le discussioni, la dialettica anche acuta, sono preziose, ma le liti esasperate creano sfiducia, contribuiscono a creare sfiducia e allontanano la partecipazione dei cittadini», ha detto al termine di un concerto di Riccardo Muti nel salone dei Corazzieri del Quirinale.
Per il presidente è la litigiosità dei partiti a contribuire ad allontanare la gente comune dalla politica e quindi dalla pratica del voto. In Italia “occorre più coesione – continua il presidente – serve maggiore solidarietà: è questo il messaggio del 2 giugno”.
Mattarella ha anche espresso il desiderio di raggiungere una collaborazione politica che non si limiti ai confini nazionali: “l’armonia – spiega – andrebbe respirata anche in ambito internazionale. Ci sono minacce nuove, fenomeni che allarmano: terrorismo fondamentalista, ondate migratorie incontrollate, inquinamento globale. Sfide che nessun Paese può risolvere da solo. L’isolamento provoca paura. Occorre più solidarietà, una politica di ampia collaborazione”.
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