Ministero della Salute, multe alle farmacie che pubblicizzano cannabis

VEB

Questa vicenda in realtà è iniziata quattro mesi fa ed è rimasta finora circoscritta a una limitata cerchia di titolari: il via a tutto lo ha dato la segnalazione che il ministero della Salute (Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico) ha trasmesso il 16 gennaio ai Carabinieri dei Nas.

Nella comunicazione erano segnalati gli indirizzi di quattro farmacie (due emiliano-romagnole, una toscana e l’ultima abruzzese) che dopo la prima commercializzazione della cannabis “militare” coltivata a Firenze avevano inviato «ingenti richieste di acquisto».

Ad oggi le farmacie coinvolte sono sette, ma nelle prossime settimane potrebbe allargarsi ulteriormente il numero delle farmacie sanzionate dai Nas perché citate da siti e motori di ricerca che elencano gli esercizi in cui si eseguono preparazioni a base di cannabis terapeutica.

Queste farmacie avrebbero violato la legge del ’90 che regola produzione e vendita degli stupefacenti specificando che è vietata la propaganda pubblicitaria di quelle sostanze quando vengono usate come farmaci.

Un’attività “normale” invece per molti farmacisti i quali spiegano come l’utilizzo di motori di ricerca per la geolocalizzazione delle farmacie che vendono morfina o altri stupefacenti, avviene senza sanzioni.

In ogni caso, a febbraio sono iniziati i controlli dei Nuclei Antisofisticazioni e Sanità dell’Arma, poi dopo la verifica sono arrivate le sanzioni di 8.600 euro a titolare.

La farmacia San Carlo di Ferrara, una delle farmacie raggiunte dalla sanzione, ci ha tenuto a sottolineare:  “Noi non abbiamo nemmeno un nostro sito personale – spiega il farmacista dottor Paolo Mantovani a La Repubblica – Siamo su alcuni siti, come letsweed.com o cercagalenico.it, dove sono elencate farmacie con laboratorio galenico che possono preparare la cannabis. A me quella non sembra pubblicità. Sulla rete sono citati tanti dei prodotti che prepariamo e tra questi, da poco, anche la cannabis”.

Tutti i farmacisti coinvolti in questa vicenda hanno comunque fatto ricorso, rivolgendosi immediatamente ai loro legali di fiducia ed hanno organizzato un “open day” presso lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze.

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