Sono passati oltre vent’anni, ma non solo i ricordi sono indelebili, ma anche i segni sul corpo e le cicatrici di un evento che le ha condizionato e cambiato per sempre la vita.
Nella scorsa puntata di Domenica Live, intervistata da Barbara D’Urso, Paola Turci ha ripercorso i momenti più bui della sua vita, e in particolare il terribile incidente di cui è stata vittima nel 1993, quando ha perso il controllo della sua auto.
La cantante era alla guida sulla Salerno-Reggio Calabria, per recarsi ad un concerto.
All’origine dell’incidente ci sarebbe stata una distrazione: “A un certo punto – ha detto la cantante – ho guardato il telefono, avevo chiamato tutti quel giorno. Ma il telefono si spegneva spesso, quindi ho guardato la presa, che era staccata, ho provato a rimetterla, e invece che guardare la strada mi sono distratta. Il mio tour manager ha urlato: ‘Attenta!’. Ho visto il guardrail che stavo per sfiorare, ho sterzato immediatamente, a destra ho visto un fosso ma non c’era il guardrail. Non andavo veloce, ero a 120. Ho pensato: vado a sinistra e faccio sbattere la macchina al guardrail, si fermerà. Invece la macchina non si è fermata. Nell’impatto ho chiuso gli occhi e lì è successo tutto, la macchina si è accartocciata, e poi ha cappottato. Non ho più aperto gli occhi, sono rimasta dentro la macchina e ho capito immediatamente cos’era successo”.
“Mi sentivo la faccia aperta, come il telefono della doccia, quando esce l’acqua – ha ricordato ancora – avevo questi zampilli in orizzontale, sentivo questa sensazione e mi sono detta subito ‘Calmati, questa situazione va presa con calma’. Sentire la faccia aperta e il sangue è stata una sensazione surreale, inimmaginabile. Lì c’era il delirio, tutte le cartoline con il mio nome e cognome, che erano in auto, si sono sparse sulla strada. Era il 15 agosto, passava poca gente, ma ha cominciato a fermarsi. Io non vedevo nulla ma sentivo le urla delle persone: Paola Turci, Paola Turci”.
“Per due anni hanno continuato a togliermi vetri dalla faccia” spiega con una grande forza d’animo Paola, che ha subito 13 operazioni, di cui 12 per salvare l’occhio destro con oltre 100 punti di sutura.