Papa Francesco, aprirsi all’accettazione delle persone omosessuali

VEB

Finora sono stati diversi i Sommi Pontefici che hanno saputo conquistare il cuore dei fedeli con le loro aperture, arrivate spesso a precorrere i tempi o a colmare colpose mancanze, ma mai nessuno sembra lungimirante come sta dimostrando di essere Papa Francesco.

“Il nome di Dio è Misericordia”: questo è il titolo del libro-intervista di Papa Francesco con il vaticanista Andrea Tornielli. Il volume – edito dalla Piemme – verrà pubblicato martedì 12 gennaio con un lancio mondiale in 86 Paesi. Su quattro giornali italiani, La Stampa, Corriere della Sera, Repubblica ed Avvenire sono stati pubblicati quattro differenti estratti del volume, e quello che ne emerge sta già facendo discutere, nel bene e nel male.

“Io preferisco che le persone omosessuali vengano a confessarsi, che restino vicine al Signore, che si possa pregare insieme. Puoi consigliare loro la preghiera, la buona volontà, indicare la strada, accompagnarle”: è il messaggio che Papa Francesco affida al suo primo libro.

“Avevo detto in quella occasione: se una persona è gay, cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Avevo parafrasato a memoria – racconta il Papa a Tornielli – il Catechismo della Chiesa cattolica, dove si spiega che queste persone vanno trattate con delicatezza e non si devono emarginare. Innanzitutto mi piace che si parli di ‘persone omosessuali’: prima c’è la persona, nella sua interezza e dignità. E la persona non è definita soltanto dalla sua tendenza sessuale: non dimentichiamoci che siamo tutti creature amate da Dio, destinatarie del suo infinito amore”.

La missione della Chiesa, spiega Francesco in un altro passaggio, deve essere quella di condannare i peccati, ma «abbracciare il peccatore che si riconosce tale»: «Ogni uomo è un peccatore, anche i Papi. È la misericordia che ci salva. La Chiesa non è al mondo per condannare ma per permettere l’incontro con quell’amore viscerale che è la misericordia di Dio».

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