Parto cesareo Oms: in Italia se ne abusa

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Il parto cesareo (o taglio cesareo) è un intervento operatorio che permette l’estrazione del feto attraverso un’apertura ottenuta chirurgicamente nelle pareti addominale e uterina.

In genere ci devono essere determinate condizioni per preferire questa tipologia di parto: le stenosi pelviche; gravi malattie sistemiche, i tumori del piccolo bacino, le gravi stenosi del collo dell’utero e della vagina, i fibromi del segmento inferiore che vengono a trovarsi al davanti del feto, i fibromi sottosierosi peduncolati e i cistomi ovarici incuneati nel piccolo bacino, il carcinoma del collo dell’utero, la presenza di condilomi acuminati in vagina.

Nei casi di bacino limite, l’eccessivo prolungarsi del parto di prova richiede l’estrazione del feto con il taglio cesareo. Tra le condizioni funzionali che possono, in certi casi, richiedere tale intervento, ricordiamo: l’inerzia uterina che non sia scomparsa con il trattamento medico, le discinesie, la minaccia di rottura del segmento inferiore, la primiparità attempata quando si presenti associata ad altre possibili cause di distocia (presentazioni anormali ecc.).

Tra le condizioni patologiche riguardanti il feto, vanno annoverate varie presentazioni anormali, quali la presentazione di spalla, la presentazione podalica nella nullipara, l’eccessivo sviluppo del feto (gigantismo), gli stati di sofferenza fetale nella gravidanza protratta o quelli che si manifestano quando la dilatazione del canale molle è ancora insufficiente e l’attesa comporterebbe un grave pericolo per la vita del feto.

Eppure, la frequenza del taglio cesareo nei paesi industrializzati ha da anni un andamento in ascesa. In Italia il ricorso al taglio cesareo è in continuo aumento: è passato, infatti, dall’11% del 1980 al 38% del 2008.

Parto cesareo Oms: in Italia se ne abusa

Parto cesareo Oms in Italia se ne abusa

Ad oggi,su 100 bambini che nascono, 37 vengono al mondo con parto cesareo.

Difficile credere che i cesarei quadruplicati lo siano a causa di una sopravvenuta difficoltà anatomica-genetica delle mamme a partorire. Infatti l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che 37 per cento di cesarei è una enormità. Oms rileva che la media corretta dovrebbe essere del 15 per cento. Il 22 per cento in più in Italia è fatto di una cultura socio-medicale ancora ignorante e, quel che è peggio, che si crede astuta e informata.

Olufemi Oladapo, membro del dipartimento sulla Salute riproduttiva dell’Oms ha affermato che “Quello che è successo negli ultimi vent’anni è che stiamo applicando sempre più interventi inutilmente alle donne. Cose come il parto cesareo, l’uso di un farmaco chiamato ossitocina per accelerare il travaglio, stanno diventando molto dilaganti in tante aree del mondo”.

Il cesareo viene effettuato quando, secondo i medici, le donne ci stanno mettendo troppo a partorire. Le linee guida degli anni Cinquanta parlavano di un centimetro di dilatazione all’ora. Tempi che però spesso non vengono rispettati perché ci vogliono più ore.

L’Oms ora, però, ha tracciato delle nuove linee guida: “Se il travaglio progredisce lentamente, questo da sono non basta a rendere necessario un intervento”. La soglia di un centimetro all’ora di dilatazione “non è realistica”. Il parto può durare di più senza mettere a rischio salute del nascituro e della partoriente. “La soglia migliore per le primipare è di 5 cm di dilatazione durante le prime 12 ore e, per i parti successivi, 5 cm durante le prime 10 ore”.

Le nuove linee guida Oms racchiudono ben 56 raccomandazioni basate su evidenze scientifiche, che mettono in evidenza quali cure sono utili durante il travaglio e subito dopo, per la donna e il suo bambino.

2 thoughts on “Parto cesareo Oms: in Italia se ne abusa

  1. Strano che l’articolo parli solo di parto naturale, cesareo e per fortuna ora anche di ossitocina (di cui si abusa in Italia). Ma dell’aumento dei parti con ventose, in aumento dal 1999 ad oggi, soprattutto nelle regioni autoreferenziali della miglior sanità! Vogliamo parlare? Dell’abuso di Kristeller e delle episiotomie non ne vogliamo parlare? O si considera il parto operativo con pacchetto completo di ventosa, ossitocina, kristeller ed episiotomia come un naturale fisiologico anche se lasciano la donna incontinente a livello anale e urinario a vita? (le percentuali dell’aumento di questi danni con queste manovre sono reperibili su up to date e in tutta la letteratura medica uroginecologica, proctologica e anche ostetrica). Il parto operativo con ventosa non ha nulla di naturale per le forze applicate etc.. e per i danni che causano. E delle cartelle cliniche, dei consensi e delle tracce documentali del passaggio di informazioni da dare alla donna e dell’autoderterminazione della donna a decidere come voler partorire, ne vogliamo parlare? O la donna è solo oggetto, scatola senza diritti e quindi quando si parla di diritto al benessere del binomio madre/feto si intende solo quello del figlio. Regola che vale non per tutte le donne.
    http://salute.regione.emilia-romagna.it/…/pubblicazioni

  2. Tratto dalla discussioen sul Percorso Nascita del 2003. Altro passo interessante di cui tenere conto: Arduini 2003…”Il nostro Paese presenta la piu bassa percentuale di applicazione di forcipe e ventosa in tutta Europa. Se si sommano le percentuali di utilizzo di forcipe e ventosa in Europa al dato dei parti distocici si rileva un numero inferiore di tagli cesarei ma il numero di parti distocici resta invariato. In Europa la distocia si pone intorno al 34-35 per cento; alcuni la risolvono utilizzando il forcipe e il taglio cesareo, altri utilizzando la ventosa e il taglio cesareo; in Italia invece si risolve quasi esclusivamente con il taglio cesareo.Se non si vogliono parti distocici si deve pagare un costo che puo` essere rappresentato vuoi dal taglio cesareo vuoi dall’utilizzo del forcipe.La scelta adottata dall’Italia e` stata comunque pagante: nei primi anni Ottanta l’Italia era penultima in Europa, seguita solo dal Portogallo; nel 2000 l’Italia e arrivata ad essere prima in Europa, superando i Paesi della Scandinavia…” “….. avvalora quanto rilevato dal professor Arduini. In altre parole, si tratta di un campo in cui non si deve mai ricercare un target numerico positivo, perché l’obiettivo e` solo aumentare la sicurezza del parto….” Senato della Repubblica XIV Legislatura –2– 12ª Commissione
    3º Resoconto Sten.(29 ottobre 2003)

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