Chi era Qin Shi Huang e il suo straordinario mausoleo
Il primo imperatore della Cina unificata, Qin Shi Huang (259–210 a.C.), è celebre per aver avviato la costruzione della Grande Muraglia, unificato il sistema di scrittura e realizzato un’imponente rete stradale. Dopo la sua morte, fu eretto per lui un mausoleo grandioso nella provincia di Shaanxi, affiancato dalle famose statue dell’Esercito di Terracotta: migliaia di guerrieri, carri da guerra, cavalli e figure di servizio modellati su misura per proteggere l’imperatore nell’aldilà.

1. Rischio di danneggiamento irreparabile
Anche solo sfiorare le mura originarie della tomba può compromettere la struttura secolare. L’umidità, i cambi di temperatura e l’esposizione all’aria rischiano di far sbriciolare mattoni e pitture ancora ben conservati. Gli archeologi preferiscono soluzioni non invasive, rimandando uno scavo completo finché non si sviluppino tecnologie di conservazione più efficaci.
2. Trappole difensive millenarie
Fonti storiche raccontano di tunnel protetti da congegni esplosivi: sistemi a pressione o ordigni rudimentali disseminati per scoraggiare i saccheggiatori. Anche se non sono mai stati rinvenuti ordigni attivi, il timore di incontrare qualche meccanismo ancora funzionante frena l’apertura dell’antro centrale.
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3. Veleni in agguato: il mercurio nell’aria
Uno studio del 2020 ha rilevato concentrazioni estremamente elevate di mercurio intorno alla camera funeraria. Qin Shi Huang, ossessionato dall’elisir di lunga vita, ordinò l’impiego massiccio di questo metallo per rappresentare fiumi e laghi nel suo regno ultraterreno. L’inalazione di vapori mercuriali può causare gravi problemi di salute, inducendo una naturale cautela nei ricercatori.
4. Elementi non ancora rivelati
Si stima che nelle tre fosse principali giacciano oltre 8.000 soldati di terracotta, 520 cavalli da tiro, 150 cavalli da cavalcatura e centinaia di figuranti non combattenti (musicisti, acrobati, artigiani). Al di sotto del livello già esplorato potrebbero celarsi corridoi non ancora indagati, ricchi di manufatti preziosi o decorazioni pittoriche superstiti, che entreranno in contatto con l’ambiente solo se le condizioni di scavo saranno perfettamente controllate.
5. Rispetto per un patrimonio irripetibile
Il mausoleo di Qin Shi Huang rappresenta un unicum storico e culturale. Ogni intervento significativo rischia di cancellare per sempre informazioni archeologiche preziose. Per questo gli enti cinesi e le istituzioni internazionali insistono su un approccio graduale, che concili ricerca e tutela dell’integrità originaria.
Conclusione
L’apertura ufficiale della tomba di Qin Shi Huang è rinviata per un insieme di fattori: dallo spettro di trappole millenarie ai pericoli sanitari del mercurio, fino al timore di danneggiare un patrimonio unico al mondo. Solo quando tecniche di scavo e conservazione saranno in grado di garantire la massima sicurezza e il rispetto integrale del sito, potremo finalmente svelare tutti i misteri custoditi dall’imperatore più temuto (e più grande) della storia cinese.
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