Polpo, tre cuori e un cervello per ogni tentacolo

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Quando si pensa agli animali e alle loro caratteristiche, si pensa subito alla fedeltà del cane, all’indipendenza del gatto, all’intelligenza dei cavalli, ma chi di noi ha mai pensato al polpo?

Certo il polpo, coi suoi numerosi tentacoli che stringono e possono anche stritolare, fa pensare subito all’attaccamento e magari anche alla gelosia, ma quanti di noi sanno quanto è complesso e straordinario il corpo di questo animale?

Innanzitutto il polpo è un cefalopode, parola che deriva dal greco e significa testa e piedi: i polpi hanno due terzi del cervello nei tentacoli. All’interno dei loro arti, infatti, hanno circa 50.000 milioni di neuroni.

Cosa significa questo concretamente? Può capitare che un tentacolo risolva un piccolo compito come aprire il guscio di una conchiglia mentre il suo proprietario è impegnato in altre faccende, come per esempio l’esplorazione di un anfratto. Inoltre, i tentacoli possono continuare a reagire agli stimoli anche quando sono separati dal resto del corpo.

Il polpo addirittura rientra nella “Dichiarazione di Cambridge sulla Coscienza”, una celebre lista con gli animali dotati di autocoscienza.

E pensare che Aristotele, nella Storia degli Animali, scritta nel 350 a.C., descrisse il polpo come un “animale sciocco, che si avvicina alla mano dell’uomo quando questa è calata nell’acqua”. Gli riconosceva abitudini alimentari “frugali e ordinate: dopo aver mangiato tutto quello che c’è da mangiare, scarta i gusci dei granchi e delle conchiglie, e le lische dei piccoli pesci”.

Il sangue del polpo è blu, come anche quello di tutti i molluschi, poiché contiene enocianina, una proteina in cui è presente il rame, capace di trasportare l’ossigeno in tutto il corpo.

Proprio perché l’emocianina è meno efficacie dell’emoglobina (presente nel sangue umano) nel trasportare l’ossigeno, il polpo possiede ben tre cuori: il cuore principale ha un unico ventricolo che pompa il sangue in tutto il corpo, mentre gli altri due cuori si occupano di spingere il sangue delle vene nelle branchie.

I polpi preferiscono trascinarsi sul fondo piuttosto che nuotare perché questa attività costa loro molta fatica. Durante il nuoto, infatti, il cuore che si occupa della circolazione smette di battere.

I polipi hanno inoltre una vista molto acuta: i loro occhi sono molto complessi e simili a quelli umani, estremamente mobili, dotati di pupilla, di iridi sensibili alle variazioni luminose, di cornea, cristallino e di una retina in grado di percepire alcuni colori.

Non assomiglia ad un camaleonte neppure alla lontana, eppure questo animale è molto bravo a camuffarsi, imitando le forme dell’oggetto al quale vuole assomigliare, arrivando anche a mutare la consistenza della sua pelle.

I polpi sono carnivori per natura e si nutrono di pesci, crostacei e persino alghe; in molti casi usano i loro tentacoli come esca per attirare la loro preda. Gli servono anche come “mani”, quando devono aprire vongole o conchiglie.

In misura maggiore o minore, i polpi hanno tutti tossine che possono essere irritanti per la pelle e le mucose. Il veleno che usano ha la capacità di paralizzare la preda, che poi viene divorata.

Unico neo: i polpi hanno una vita molto breve. In media vivono infatti poco più di un anno, anche se nei grandi mari si trovano piovre giganti capaci di vivere fino a 6 anni.
Inoltre, dopo la schiusa delle uova la femmina spesso muore.

In attesa, infatti, che le 100-400mila uova deposte si schiudano, la femmina non si allontana per nessun motivo, privandosi anche del cibo.

 

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