La mappa più recente dei fondali marini risaliva agli anni 70, quindi ad oltre 40 anni fa, con l’accuratezza che si poteva esigere a quei tempi, ma nei giorni scorsi è stata finalmente realizzata e resa disponibile online la prima mappa digitale dei fondali oceanici, realizzata dalla Scuola di Geoscienze dell’Università di Sydney che l’ha messo a disposizione della comunità scientifica internazionale.
Il lavoro aiuterà gli scienziati a capire meglio la risposta degli oceani ai cambiamenti ambientali e inoltre rivela che i bacini profondi sono molto più complessi di quanto finora ritenuto.
“Per capire i cambiamenti ambientali negli oceani – spiega in una nota Adriana Dutkiewicz, dell’Università di Sydney – abbiamo bisogno di conoscere meglio ciò che a livello geologico si è preservato nei fondali marini”. Questi, aggiunge, sono un “cimitero” di resti fossili di creature marine microscopiche chiamate fitoplancton. “La composizione di questi resti può aiutare a decifrare la risposta passata degli oceani ai cambiamenti climatici”.
“La differenza tra la nuova e la vecchia mappa è un po’ come paragonare una tundra arida a un paradiso tropicale esotico ricco di diversità – dice ancora Adriana Dutkiewicz-. La nuova mappa digitale di sedimenti fornisce un collegamento mancante per vincolare le relazioni globali tra il fondo del mare e la superficie del mare”.