Nel 2025, la Generazione Z – composta da nati tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2010 – sta ridefinendo cosa significa gestire il denaro in modo intelligente. Tra crisi economiche globali, inflazione crescente e instabilità lavorativa, i giovani di oggi mostrano un approccio pratico e personale alla finanza, lontano dalle regole rigide dei baby boomer.

Secondo una ricerca di McKinsey & Company, oltre il 65% dei giovani Gen Z utilizza strumenti digitali per monitorare entrate e spese, ma ciò non significa rinunciare ai piaceri: le spese impulsive convivono con il risparmio strategico.
Il budget della Gen Z: una questione di equilibrio (e autenticità)
Dai mercatini vintage a Spotify Premium, ogni euro speso dalla Gen Z racconta una scelta personale consapevole. Ecco come quattro giovani spiegano il proprio modo di fare budget nel 2025:
Oreoluwa, 24 anni: “Metto da parte il 25%, ma non rinuncio a nulla”
Oreoluwa, laureata in economia, ha imparato a bilanciare risparmio e benessere. Utilizza un’app per automatizzare i risparmi e imposta obiettivi mensili realistici:
“Ogni volta che ricevo lo stipendio, il 25% va subito in risparmio automatico. Ma poi mi concedo anche cene fuori e shopping se ne ho voglia. La disciplina non è rigidità.”
Utilizza strumenti come Monzo, Emma e Plum, tre app molto diffuse tra i giovani nel Regno Unito per gestire micro-risparmi e spese quotidiane.
Rachel, 23 anni: “Faccio binge shopping quando sono stressata (e poi me ne pento)”
Rachel racconta di come le emozioni influenzano le sue spese:
“Se leggo brutte notizie o ho avuto una brutta giornata, entro su Amazon o Etsy e compro cose di cui non ho bisogno. So che è un problema, ma in quel momento mi sembra terapeutico.”
Questo fenomeno è stato definito dagli psicologi “retail therapy”, ovvero il bisogno di fare acquisti impulsivi per alleviare ansia o stress, e colpisce in particolare le generazioni cresciute in contesti instabili (fonte: APA).
Samuel, 25 anni: “Spendo senza pensarci in abbonamenti, ma sono parte della mia routine”
Con oltre 10 abbonamenti attivi, da Spotify a Netflix, da Strava a Notion Pro, Samuel investe molto nel proprio ecosistema digitale.
“Uso ogni tool per lavoro, svago o benessere. Non mi pesa pagarli perché li vedo come parte della mia efficienza quotidiana.”
Secondo un report di Deloitte, l’87% della Gen Z spende regolarmente in servizi in abbonamento, spesso preferendoli a forme di proprietà tradizionali.
Fatima, 22 anni: “Lo shopping vintage è il mio modo di risparmiare con stile”
Fatima è una fan del second-hand e compra la maggior parte dei vestiti su Vinted, Depop o nei mercatini locali.
“Ho smesso di comprare fast fashion. Con il vintage risparmio, trovo pezzi unici e faccio qualcosa di buono per l’ambiente.”
La moda circolare è diventata una delle scelte preferite della Gen Z, anche per motivi etici. Secondo ThredUp, il mercato globale della moda second-hand supererà i 350 miliardi di dollari entro il 2030.
Una mentalità flessibile: non si tratta di “risparmiare tutto”, ma di scegliere
Ciò che accomuna questi giovani non è l’avversione alla spesa, ma un nuovo rapporto con il denaro: più consapevole, meno lineare, basato su app digitali, flessibilità, obiettivi individuali e, talvolta, indulgenza emotiva.
La Generazione Z non cerca modelli finanziari rigidi, ma strumenti personalizzati, accessibili e adattabili alla propria realtà.
Cosa aspettarsi: nuove soluzioni per una nuova generazione
Per chi lavora nel settore finanziario o sviluppa prodotti digitali, comprendere questo nuovo approccio è essenziale. Gli strumenti finanziari che vogliono conquistare la Gen Z dovranno offrire:
- design mobile-first e UX intuitiva,
- supporto per obiettivi finanziari brevi e realistici,
- spazio per l’auto-espressione, senza colpevolizzare le spese “non essenziali”.
Conclusione: la Generazione Z sta riscrivendo le regole, e va ascoltata
Lungi dall’essere irresponsabili, i giovani della Gen Z stanno creando una nuova grammatica finanziaria, in cui risparmio e spesa convivono, e ogni acquisto è una scelta che riflette valori personali, identità e contesto.