Reflusso gastroesofageo accresce il rischio di tumore?

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Il reflusso gastroesofageo è la risalita involontaria e frequente dei succhi gastrici e di parte del contenuto dello stomaco lungo l’esofago, talvolta fino alla gola.

Il sintomo tipico è una sensazione di rigurgito acido nell’esofago, associato a bruciore localizzato al petto e nello stomaco. Il sintomo diventa acuto durante la notte e quando ci si corica. Nei casi gravi, il dolore al petto è così intenso da essere confuso con un attacco di angina pectoris.

Il reflusso gastroesofageo può dipendere da due cause: il rilassamento, e quindi l’incontinenza, della valvola posta alla fine dell’esofago che dovrebbe impedire il movimento retrogrado del contenuto gastrico e il prolungato ristagno di cibo nello stomaco.

Se i casi di reflusso sono in aumento è comunque in gran parte colpa dell’alimentazione, che nei Paesi Occidentali è spesso eccessiva, meno digeribile, più calorica. Lo stomaco fa molta fatica a liberarsi di un pasto ricco di grassi e anche bevande gassate e alcoliche sono potenti dilatatori dello stomaco e favoriscono il reflusso.

Di conseguenza, nel curare il reflusso gastroesofageo, l’alimentazione gioca un ruolo importante. Il trattamento prevede la correzione di alcune abitudini a tavola e dello stile di vita, con l’adozione di una dieta leggera, e una riduzione dello stress.

In particolare, un regime vegetariano e gli alimenti tipici della dieta mediterranea sembrano portare benefici. Tuttavia, è utile ricordare che il reflusso avviene soprattutto quando lo stomaco è pieno, “pertanto bisognerebbe fare dei pasti piccoli e ripetuti, piuttosto che i normali 2-3 pasti giornalieri”. Un’altra importantissima abitudine è quella di non fumare.

Reflusso gastroesofageo accresce il rischio di tumore?

Reflusso gastroesofageo accresce il rischio di tumore

Il reflusso può provocare lesioni croniche e a volte irreversibili della mucosa dell’esofago. La corrosione può dare perforazioni (ulcere) e sanguinamenti.

La complicanza più comune è l’esofagite, la più grave è l’esofago di Barrett, in cui le cellule della mucosa si modificano in senso precanceroso.

Questo disturbo assai diffuso non deve essere al contempo sottovalutato perché, a quanto pare, nel tempo, può accrescere il rischio di tumore.

A sottolinearlo uno studio appena pubblicato sulla rivista scientifica Jama Otolaryngology – Head & Neck Surgery: i ricercatori americani della Tulane University School of Medicine di New Orleans, analizzando i dati di oltre 27mila persone, hanno infatti trovato nuove prove del legame tra reflusso e diversi tipi di cancro che interessano il tratto digestivo superiore e le vie respiratorie.

Nello specifico, dallo studio è emerso che alcuni tipi di tumore sono strettamente correlati con il reflusso gastroesofageo: tra questi quello dell’esofago, della laringe, della faringe, tonsille e cavità nasali. Tutti organi che, in qualche modo, si trovano vicino allo stomaco.

Prima di allarmarsi, comunque, bisogna aspettare ulteriori sviluppi di questa ricerca, che non ha ancora dato una motivazione a questa correlazione.

«Servono ulteriori conferme per comprendere meglio le cause e i processi che stanno alla base di questa relazione, ma questo può essere un buon punto di riferimento per valutare chi è più a rischio di ammalarsi e studiare possibili strategie di sorveglianza, in modo da favorire una diagnosi precoce del tumore», ha dichiarato Edward McCoul, professore della Ochsner Clinic Foundation di New Orleans e coordinatore dello studio.

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