Un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Astronomy and Space Sciences ha identificato un collegamento diretto tra l’aumento dell’attività solare e la caduta di centinaia di satelliti Starlink. I ricercatori, guidati dal fisico solare Denny Oliveira del Goddard Space Flight Center della NASA, hanno analizzato i dati relativi al deorbitamento dei satelliti a bassa quota, riscontrando un pattern preoccupante: più il Sole è attivo, più Starlink perde pezzi.

Lanciato nel 2019 da SpaceX, il progetto Starlink ha l’obiettivo di creare una rete globale per l’accesso a internet, grazie a una costellazione di piccoli satelliti. A oggi, sono oltre 8.800 i satelliti lanciati, con circa 7.700 ancora attivi. Tuttavia, la tendenza al deorbitamento è in aumento: nel solo 2023 sono stati persi ben 316 satelliti, contro i soli 2 casi registrati nel 2020.
La causa principale? Secondo i ricercatori, il vento solare e la maggiore densità atmosferica in alta quota durante il picco dell’attività solare aumentano la resistenza aerodinamica, spingendo i satelliti fuori orbita. Un fenomeno noto ma mai osservato con questa intensità.
Il rapporto, ripreso anche dal sito NASA Science, avverte: “Stiamo vivendo una fase unica del ciclo solare, ed è fondamentale comprendere come questi fenomeni influenzino le orbite artificiali, soprattutto con un numero così elevato di satelliti attivi”.
Le implicazioni non sono solo tecniche: la caduta incontrollata di satelliti può impattare sulla sicurezza spaziale, la sostenibilità delle orbite basse e il funzionamento delle reti internet globali. Il tema ha già acceso discussioni anche in sede ESA, dove cresce la preoccupazione per il fenomeno del cosiddetto space junk, o spazzatura spaziale.