Soprattutto a livello politico, non è certo stato un anno all’insegna dell’unità quello appena concluso, con il governo che ha rischiato più volte di cadere e che ha visto l’avvicendarsi, a fine estate, della coalizione Pd-5 Stelle a quella formata da 5Stelle e Lega.
Coalizione quella attuale che già sembra perdere pezzi, ed è proprio per questo che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso di fine anno, il quinto dall’inizio del suo mandato, invoca fiducia, coesione e senso civico per un’Italia che è decisamente migliore di come molti la dipingono.
Per il presidente la fine dell’anno è “un’occasione per pensare al domani. Senza trascurare il presente e i suoi problemi, ma rendendosi conto che il futuro è già cominciato“, ha spiegato.
“In particolar modo – ha continuato – è necessario ridurre il divario che sta ulteriormente crescendo tra Nord e Sud d’Italia. A subirne le conseguenze non sono soltanto le comunità meridionali ma l’intero Paese, frenato nelle sue potenzialità di sviluppo.
Naturalmente per promuovere fiducia, è decisivo il buon funzionamento delle pubbliche istituzioni che devono alimentarla – ha sottolineato Mattarella -, favorendo coesione sociale. Questo è possibile assicurando decisioni adeguate, efficaci e tempestive sui temi della vita concreta dei cittadini. La democrazia si rafforza se le istituzioni tengono viva una ragionevole speranza“.
“L’Italia – ha detto – riscuote fiducia. Quella stessa fiducia con cui si guarda, da fuori, verso il nostro Paese deve indurci ad averne di più in noi stessi, per dar corpo alla speranza di un futuro migliore”. Bisogna “aver fiducia – è il suo appello – e impegnarci attivamente nel comune interesse. Disponiamo di grandi risorse. Di umanità, di ingegno, di capacità di impresa. Tutto questo produce esperienze importanti, buone pratiche di grande rilievo“.
Mattarella parla poi di cultura della responsabilità, senso civico e senza della misura, fino a guardare a giovani a cui si deve credere di più:
“La fiducia va trasmessa ai giovani, ai quali viene sovente chiesta responsabilità, ma a cui dobbiamo al contempo affidare responsabilità. Le nuove generazioni avvertono meglio degli adulti che soltanto con una capacità di osservazione più ampia si possono comprendere e affrontare la dimensione globale e la realtà di un mondo sempre più interdipendente“.