Silicon Valley, l’amaro boccone chiamato Donald Trump

VEB

Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America, e questo è un boccone troppo amaro da ingoiare per la Silicon Valley.

Non è un mistero per nessuno che la Silicon Valley si è messa sempre di traverso al candidato Trump.

E Trump dal canto suo ha sempre snobbato la tecnologia, quando non le ha inveito contro.

E così mentre la Clinton, grata al mondo tecnologico per il suo sostegno, faceva trapelare l’ipotesi che Tim Cook, e prima ancora anche Bill Gates, potevano addirittura diventare i suoi vicepresidenti, Trump sbraitava contro Apple per non per non aver aperto i propri server all’FBI.

“Chi vi credete di essere”, urlava il tycoon imbestialito. E mentre Trump sbraitava, la Silicon Valley faceva fronte comune per cercare di frenare l’avanzata del miliardario.

L’azione anti-Trump della Silicon Valley era iniziata già a luglio 2016. In quel mese, infatti, 140 imprenditori avevano scritto una lettera contro il tycoon criticando il modo in cui affrontava temi centrali per l’industria digitale, come l’immigrazione e gli investimenti nelle infrastrutture tecnologiche.

Due sole erano le voci fuori dal coro: Larry Ellison, patron di Oracle, e Peter Thiel, fondatore di PayPal, il quale ha contribuito alla campagna elettorale di Trump con una donazione di 1,25 milioni di dollari.

Tutti gli altri big di Silicon Valley, invece, da Google a Facebook, passando per Twitter e finendo ad Apple e Amazon, forti del loro potere “virtuale” erano certi che gli endorsement che arrivavano alla Clinton dal loro mondo sarebbero bastati a sconfiggere Trump.

Oggi purtroppo, non senza imbarazzo, prendono atto che la realtà ha logiche che sfuggono agli algoritmi e ai “mi piace”. La realtà la fanno gli uomini e questi non si governano con un “click”.

Ora la California vuole la secessione dagli Stati Uniti d’America, o almeno così vorrebbero i big della Silicon Valley.

Ma di là delle richieste utopistiche di difficile realizzazione, c’è da chiedersi come potrà mai ricucirsi la frattura che si è creata fra i grandi della tecnologia e l’attuale Presidente.

C’è qualche speranza visto che i due mondi appaiono lontani tra loro miliardi di anni luce?

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