Sindrome da idrocuzione, attenzione a tuffarsi nelle ore calde

VEB

Quando siamo al mare dobbiamo fare attenzione all’esposizione eccessiva al sole: rischiamo insolazioni e scottature, ma anche di causare danni irreversibile al derma e all’organismo nel suo complesso.

Facciamo di solito molta attenzione a non buttarci in acqua quando questa è agitata o quando abbiamo mangiato pesantemente, per non rischiare di sentirci male in mare.
Ma quante volte, dopo diverso tempo passato al sole a temperature anche altissime, siamo corsi a buttarci proprio per rinfrescarci.

Tante, eppure è un gesto che può costare caro: si può incorrere infatti nella Sindrome da idrocuzione.

Secondo la definizione più comune, la sindrome da idrocuzione si identifica in una sincope da immersione rapida in acqua, specialmente fredda, caratterizzata da riflessi neurovegetativi che possono causare anche morte per arresto cardiorespiratorio o annegamento.

In buona sostanza, dopo molte ore al sole bisogna evitare di tuffarsi in maniera istintiva in acqua, soprattutto se fredda, perché gli organi potrebbero subire uno shock termico tale da bloccarli e quindi provocarci addirittura la morte.

I medici consigliano quindi di entrare in acqua sempre un po’ alla volta così da evitare sbalzi termici e dare al corpo il tempo di abituarsi alla nuova temperatura.

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