Verso la conclusione del ventesimo secolo, geologi di tutto il globo identificarono una fascia enigmatica nelle rocce antiche, risalente a circa 232 milioni di anni fa, che indicava una fase di eccezionale umidità sulla Terra.
Nelle Alpi orientali, furono rinvenuti sedimenti silicoclastici mescolati ai carbonati, mentre nel Regno Unito, Alastair Raffell analizzò una formazione di roccia grigia all’interno della nota pietra rossa. Questi ritrovamenti confluirono nella stessa conclusione: un passaggio da un clima arido a condizioni di intense precipitazioni circa 232 milioni di anni fa.
Quest’era di piogge abbondanti, denominata Evento Pluviale Carnico, perdurò per un periodo compreso tra uno e due milioni di anni, presumibilmente scatenato da un marcato incremento dell’umidità atmosferica, forse a causa di un’attività vulcanica nella regione del Grande Wrangel.
L’emissione massiccia di gas serra dalle eruzioni contribuì al riscaldamento globale, in un’epoca in cui il supercontinente Pangea era influenzato dai monsoni. Il riscaldamento intensificò l’evaporazione marina, rafforzando i monsoni e causando precipitazioni intense sulle terre emerse.
Queste condizioni estreme furono ostili per molte forme di vita, con la pioggia acida e i gas serra che contribuirono all’estinzione di varie specie. Al termine di questo evento, tuttavia, i dinosauri emersero come i principali beneficiari, espandendo rapidamente la loro presenza e dominio sugli ecosistemi da sud a nord del globo.
L’Evento Pluviale Carnico rappresenta un capitolo cruciale nella storia evolutiva, segnando l’ascesa dei dinosauri e l’affermazione di gruppi fondamentali tra i tetrapodi moderni, inclusi coccodrilli, tartarughe, lucertole e mammiferi.
