Indagini e sigilli a Torino su 47 centri benessere gestiti da cinesi.
Le indagini, come si suol dire, sono state lunghe e complesse, durate circa due anni; ma alla fine le forze dell’ordine del capoluogo piemontese hanno messo i sigilli su decine di presunti centri benessere.
E magari per qualcuno erano pure tali, ma per altri invece no, visto che l’offerta di benessere era completa.
E, infatti, essendo completa, i clienti dediti alla cura del proprio corpo erano davvero tanti.
Altrimenti questi centri di cura non sarebbero fioriti in maniera così abbondante.
Una serie di attività che sono state inquadrate dagli inquirenti nel novero di quelle illecite, come induzione alla prostituzione e favoreggiamento.
I proprietari, o comunque i gestori di questi centri erano tutti di nazionalità rigorosamente cinese.
Ma, d’altro canto, sono cose che si sanno. Chissà quanti centri benessere nel nostro Paese e all’estero sono in realtà coperture per altri tipi di prestazioni.
Sarà il caso di rendere lecite queste attività negli ambienti chiusi? Non sapremmo, ma una cosa è certa: certamente questi tipi di prestazioni svolte in appartamento potrebbero essere più sicure e meno degradanti di quelle cercate e ottenute per la strada.