Riccardo Muti emozionato torna a dirigere alla Scala di Milano

VEB

Una grande emozione per lui, che è tornato nel posto che gli è stato tanto caro per tanti anni, ma anche per il suo pubblico, che lo ascolterà estasiato, quasi come se quell’addio non ci fosse mai stato.

Riccardo Muti torna di nuovo sul podio della Scala di Milano dove non sale dal 2 maggio di dodici anni fa. Allora, fresco di dimissioni a dir poco ‘burrascose’ dopo 19 anni da direttore musicale del teatro, guidò i Wiener Philharmoniker.

Questo ritorno in grande stile, per la verità preceduto da un approccio più morbido quest’estate, a un evento in onore del suo 75esimo compleanno, arriverà alla guida della sua Chicago Symphony, per due concerti in uno scenario completamente cambiato rispetto a dodici anni fa.

Il primo concerto prevede un programma con il Don Juan di Richard Strauss, la sinfonia n. 4 di Cajkovskij e Contemplazione di Alfredo Catalani. Quest’ultima sarà un omaggio ad Arturo Toscanini, che fu amico del compositore toscano e alla Scala dove debuttò la Wally proprio il 20 gennaio.

Il giorno dopo si inizia con il Konzertmusik per archi e ottoni di Paul Hindemith, In the South (Alassio) di Edward Elgar per finire con Una notte sul monte Calvo e Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskij, l’ultimo nella orchestrazione di Ravel.

«Quante ne hanno dette sulla mia uscita dalla Scala, e quante incomprensioni su quella vicenda soprattutto all’estero, e soprattutto per colpa dei giornalisti. È stata una rottura, punto e basta. Toscanini dalla Scala se ne andò tre volte, io una», spiega lo stesso Riccardo Muti, alla vigilia del suo attesissimo ritorno, rievocando il divorzio artistico del 2005 e promette: «Scriverò un libro su tutta la faccenda, ma lo farò uscire solo quando starò per morire. Il titolo però ce l’ho già, segnatevelo: “e ora, puntini puntini, la verità”».

“Non so proprio cosa proverò domani” ha riferito infine alla stampa nella giornata di ieri, “la mia preoccupazione principale sarà di fare il meglio possibile dal punto di vista musicale. Non ho nessun rancore, non mi dico neppure ‘ah vi farò vedere come suono con questa super orchestra’, sono emozionato ma tranquillo”.

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