La madre di un bambino di tre anni si è lamentata con il capo della scuola materna dove Sylvain Helaine insegnava, perché suo figlio aveva paura dei suoi molteplici tatuaggi e dei suoi occhi neri.
L’insegnate è un fanatico dei tatuaggi e ha affermato di aver trascorso complessivamente più di 20 giorni sulla sedia del tatuatore e persino di avere i bulbi oculari inchiostrati così gli è stato impedito di insegnare ai bambini piccoli.
Sylvain Helaine ha insegnato all’asilo alla scuola elementare Docteur Morere di Palaiseau, un sobborgo di Parigi, fino a quando la madre di un allievo si è lamentata con il preside che i tatuaggi di Sylvain stavano “spaventando” il suo bambino di tre anni.
Sylvain, che ha persino tatuaggi sulla lingua, dice che mentre all’inizio i bambini potrebbero essere scioccati dalla sua estrema modificazione del corpo, la maggior parte dei bambini impara a “vedere oltre” il suo aspetto.
“Tutti i miei studenti e i loro genitori sono sempre stati gentili con me perché fondamentalmente mi conoscevano“, ha detto.
Ha aggiunto: “È solo quando le persone mi vedono da lontano che possono presumere il peggio“.
Sylvain ha detto a Reuters che dopo che i genitori di un bambino molto piccolo si sono lamentati del suo aspetto insolito, gli è stato detto che non poteva più insegnare ai gruppi di età più giovane, perché i suoi tatuaggi e gli occhi anneriti chirurgicamente avrebbero potuto spaventarli.
Tuttavia, insegna ancora ai bambini dai sei anni in su.
“Penso che la decisione che hanno preso sia stata piuttosto triste“, ha detto.
Tuttavia, dice Sylvain, intende continuare con la sua vocazione: “Sono un insegnante di scuola elementare“, dice, “Amo il mio lavoro“.
Sylvain, che ora ha 35 anni, ha detto di essersi fatto il primo tatuaggio a 27 anni.
Insegnava in una scuola privata a Londra e ha avuto quella che ha descritto come una “crisi esistenziale” che lo ha avviato sulla strada per il suo attuale stato altamente modificato.
Stima di aver passato circa 460 ore sotto l’ago dei tatuatori.
Crede che il suo aspetto non convenzionale sia una risorsa positiva quando si tratta di lavorare con i giovani, perché insegnerà loro a giudicare meno l’aspetto degli altri.
“Forse quando saranno adulti saranno meno razzisti, meno omofobi e più aperti“, dice.
