Tumore alla mammella, anche gli uomini possono esserne colpiti

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Il tumore del seno, detto anche carcinoma mammario o tumore alla mammella, è una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato e anomalo all’interno della ghiandola mammaria. La neoplasia in stadio iniziale si riferisce al cancro confinato nel tessuto adiposo del seno (Stadio 1).

Il tumore si può in seguito diffondere nelle immediate vicinanze (Stadio 2), estendere ai tessuti sottostanti della parete toracica (Stadio 3) e quindi ad altre parti del corpo (Stadio 4, tumore al seno metastatico o avanzato).

La maggior parte dei noduli al seno non sono cancerosi, bensì benigni; in ogni caso alcuni di essi richiedono di essere valutati ed esaminati al microscopio per avere la prova della loro benignità.

Le cause del tumore al seno non sono ancora ben conosciute. In generale, sono stati associati alla malattia diversi fattori di rischio come: età, prima gravidanza dopo i 30 anni, menarca prima dei 12 anni, menopausa dopo i 50 anni, non aver avuto figli, familiarità.

A determinare la malattia è anche una predisposizione genetica ormai riconosciuta. Vi sono anche alcune mutazioni genetiche che predispongono a questo tipo di tumore, le più note sono quelle a carico dei geni oncosoppressori BRCA-1 e BRCA-2, da cui dipende il 50% circa delle forme ereditarie di cancro del seno.

Questa tipologia di neoplasia è molto comune nelle donne, tanto da rappresentare la causa di tumore più frequente nel sesso femminile (si stima che circa una donna su 10 ne venga colpita nel corso della vita). Il fatto che questa forma tumorale sia particolarmente temuta, unitamente alle recenti conquiste della medicina moderna, ha fatto sì comunque che il tasso di mortalità sia notevolmente diminuito rispetto al passato.

Tumore alla mammella anche gli uomini possono esserne colpiti

Pochi ne sono a conoscenza, per la rarità dei casi, ma questo tumore può colpire anche gli uomini: a ricordarcelo il caso di Stefano Saldarelli, grafico toscano di 48 anni, che alla fine del 2017 ha ricevuto una diagnosi che mai si sarebbe immaginato, quella di carcinoma duttale infiltrante alla mammella, appunto.

Stefano racconta del suo disagio, unico maschio in fila per una mammografia con altre compagne di sventura, e per questo ha deciso di far conoscere la sua storia in un blog e lanciare la campagna#cancroalsenomaschile, mirata alla prevenzione.

Riporta percentuali, cifre, che raccontano di una malattia reale: “Numero di decessi per causa e per sesso osservati in Italia durante l’anno 2014 – c’è scritto sul blog – il dato fa riflettere, in generale, perché si parla cause di mortalità legate al cancro e, solo per cancro al seno, riferite a 129 uomini e 12.201 donne. Non si tratta di fare una gara sui numeri, non ci sono premi, si parla di vite”.

La mia storia parla di cancro al seno maschile – scrive Stefano sul suo blog – Ho compreso che stavo generando qualcosa di importante, scaturito da “grandi poteri”: la conoscenza o consapevolezza di un male che mi ha toccato, che mi ha colpito personalmente e dal quale ho tratto un’esperienza e la necessità di raccontare o di comunicare questa esperienza“.

L’obiettivo è far capire che il cancro al seno “non è solo roba da femmine”, come recita il post della campagna in cui Stefano appare mostrando la cicatrice che ha al posto del capezzolo sinistro. Del resto lo stesso oncologo dell’ospedale di Prato ha spiegato al Tirreno che ogni anno in quello stesso nosocomio vengono operati 400 pazienti di cui circa l’1-2% sono uomini.

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