Sonno, gli adolescenti dormono sempre meno per colpa degli smartphone

VEB

Solamente un paio di giorni fa abbiamo celebrato la giornata mondiale del sonno, per sottolineare l’importanza che il giusto riposo ha per la vita di tutti, adulti e bambini.

Nel mondo, infatti, il 40% delle persone dorme meno di quanto sia necessario. I disturbi del sonno sono circa 100 e fra questi vi sono quelli dell’alternanza sonno-veglia. Fra chi viaggia, ad esempio, quasi 7 persone su 10 dormono meno ore del necessario: è la sindrome del jet lag.

Indipendentemente dalla causa, la riduzione di sonno interferisce con alcune funzioni fondamentali del nostro corpo, determinando spesso conseguenze evidenti anche sul piano comportamentale e sulla qualità della salute. I disturbi del sonno non vanno mai sottovalutati, perché si ripercuotono anche sulle ore diurne influenzando negativamente l’andamento lavorativo, i rapporti sociali e tutta la sfera psicologica del soggetto, oltre ad aumentare il rischio di contrarre infezioni, sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari.

Durante il riposo notturno inoltre l’organismo produce ormoni che aiutano i bambini a crescere e, in età adulta, contribuiscono alla salute muscolare, a combattere le malattie e riparare i danni subiti dal corpo. Poiché alcuni ormoni prodotti durante il sonno influenzano l’utilizzo dell’energia da parte del corpo, questa è probabilmente la spiegazione del nesso tra carenza di sonno e tendenza allo sviluppo di obesità e al diabete.

adolescenti dormono sempre meno per colpa degli smartphone

Purtroppo il problema della privazione del sonno colpisce sempre più anche gli adolescenti, che sono a rischio di sviluppare gravi problemi di apprendimento e umore a causa di un bioritmo completamente sballato.

L’allarme è lanciato dal centro di Medicina del sonno dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar: segnalati 200 casi all’anno di ricoveri nella fascia di studenti delle superiori (14-19 anni). Spesso la causa è l’utilizzo ossessivo del cellulare.

Smartphone e tablet non vanno demonizzati, ma è la scienza a spiegare che incidono negativamente sulla qualità del sonno: i raggi di luce a bassa lunghezza d’onda dei display raggiungono le retine e compromettono la produzione di melatonina, l’ormone che regola il dormiveglia.

A lungo andare, l’utilizzo smodato del telefonino nelle ore notturne porta a deficit di attenzione, ipertensione, irritabilità e depressione, tanto da portare molti ragazzi ad abbandonare gli studi.

“Ai nostri ambulatori si rivolgono ragazzi che sono dei veri e propri deprivati del sonno. Si addormentano alle quattro se non alle sei del mattino, dopo ore e ore trascorse al computer o al cellulare, per alzarsi poco dopo e andare in classe. Presentano gravi problemi di apprendimento e disturbi dell’umore: irritazione, apatia fino a vere e proprie sindromi depressive. E nessun sonnifero è efficace per chi non vuole addormentarsi. È necessario invece incidere sul bioritmo alterato imponendo norme comportamentali al fine che la notte ritorni per loro il momento dedicato al sonno”, ha spiegato il dottor Gianluca Rossato, responsabile del centro di Negrar.

La preoccupante situazione ha convinto il Sacro Cuore ad avviare il primo censimento dei disturbi del sonno nella popolazione veronese in età scolare. Il progetto pilota partirà ad aprile, in collaborazione con l’Ufficio scolastico e l’associazione InformaSonno, e inizialmente interesserà due scuole superiori e due istituti comprensivi, con la prospettiva di estenderlo all’intera provincia dall’anno prossimo.

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