Tumori, supercomputer Watson per sconfiggere il cancro

VEB

I tumori si sconfiggono con la prevenzione e con il supercomputer Watson che si è dimostrato molto utile nella lotta contro il cancro.

Fortunatamente al giorno d’oggi non si parla più del mare incurabile, quella sporta di spauracchio dovuto all’incapacità o all’impossibilità di operare diagnosi corrette, e relative cure corrette. Il cancro si può affrontare e vincere in molti casi, ma diviene sempre più importante la diagnosi precoce.

Ormai sappiamo con certezza che la grande maggioranza dei tumori, se presi allo stadio iniziale, possono essere affrontati in maniera estremamente efficace con le moderne cure. Il momento della diagnosi è fondamentale.

Se per mesi andiamo in giro da un ospedale all’altro cercando di capire qual è il nostro problema, o cambiamo fior di dottori, con relative spese, senza aver avuto una diagnosi corretta sulla nostra malattia, vuol dire che, purtroppo, qualcosa ancora non funziona. E così vale anche per le terapie, che spesso sono discordanti.

Sono i limiti umani. Sovente l’uomo è eccezionale: la preparazione di certi medici e scienziati è straordinaria e la correttezza del percorso terapeutico seguito è quella giusta, con sommo beneficio per i pazienti.

Ma a volte serve qualcosa in più, qualcosa che l’uomo ancora non è in grado di fare: la sintesi di milioni di dati in tempi brevissimi; e questo può farlo solo una macchina: la tecnologia, l’informatica.

Insomma, un supercomputer che, in sinergia con l’essere umano, medico o scienziato che sia, consenta di dare un aiuto determinante all’opera instancabile di milioni di operatori sanitari che quotidianamente si occupano della salute della gente nelle parti più disparate del mondo.

Ecco che allora arriva Watson, il supercomputer della IBM. Watson il formidabile, è in grado di analizzare un tumore e indirizzare verso una terapia nell’arco di 10 minuti.

Mediamente un medico impiegherebbe 160 ore. Lo studio su Watson e le sue potenzialità è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Neurology Genetics.

La ricerca è stata coordinata dal New York Genome Center. Lo studio si è incentrato in particolare su un paziente colpito da una forma di tumore chiamata glioblastoma, che interessa il cervello. Purtroppo, vista la gravità della situazione, il paziente è deceduto dopo circa un anno dalla scoperta della malattia e nonostante un intervento chirurgico per la rimozione.

Ma nel frattempo, al fine di verificare la possibilità di avvalersi di una terapia diversa, i medici hanno elaborato la terapia alternativa in 160 ore, mentre il supercomputer Watson ha impiegato solo 10 minuti per analizzare tutti i dati e giungere alle raccomandazioni finali. Questo è il futuro della medicina.

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