Videogame, giocarci compulsivamente considerato una patologia

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Già da diversi anni ormai il gioco d’azzardo patologico, definito anche azzardopatia o genericamente e impropriamente ludopatia, è considerato un disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi.

Il gioco patologico ha una forte attinenza con la tossicodipendenza; infatti il giocatore d’azzardo patologico mostra una crescente perdita di controllo nei confronti del gioco d’azzardo, aumentando la frequenza delle giocate, il tempo passato a giocare, la somma spesa nell’apparente tentativo di recuperare le perdite, investendo più delle proprie possibilità economiche (facendosi prestare i soldi e coprendosi di debiti) e trascurando gli impegni che la vita gli richiede.

Oltre agli aspetti compulsivi, il gioco d’azzardo patologico è caratterizzato da tipiche distorsioni cognitive : una delle distorsioni più irrazionali sembra essere quella delle cosiddette quasi vincite, cioè la situazione di gioco in cui si verifica una combinazione che si avvicina a quella scelta dallo scommettitore. Ovviamente la quasi vincita è soltanto una perdita ma per chi ha problemi col gioco d’azzardo viene vissuta come l’approssimazione di un successo e perciò paradossalmente si trasforma in un incentivo a proseguire con le scommesse.

Il gioco d’azzardo può causare anche sintomi psico-fisici, tra cui la depressione, l’ansia e le tendenze auto-distruttive. Tutti disturbi che possono influenzare negativamente il sonno, causare pelle pallida, aumento o perdita di peso, acne e occhiaie.

Il web, per di più, è strapieno di siti dove si può scommettere in svariati ambiti: sport, casinò (di cui fanno parte le mangiasoldi slot-machines), bingo, poker, lotterie istantanee e chi più ne ha più ne metta. Insomma, tante e troppe possibilità per tentare la sorte, per sperperare denaro e, soprattutto, per ammalarsi.

Videogame, giocarci compulsivamente considerato una patologia

Videogame giocarci compulsivamente considerato una patologia

Ma, a quanto pare, non è solo il gioco d’azzardo a creare dipendenza e a trasformarsi in una patologia da curare: una situazione simile si crea infatti anche quando si ha a che fare con i videogame.

I videogame ormai da molto tempo non sono più considerati un mero strumento destinato ai più piccoli, ma le esperienze videoludiche si aprono sempre più spesso agli adulti. Come per ogni cosa, tuttavia, l’esagerazione e l’abuso può ripercuotersi anche sulla vita reale delle persone, ed è per questo che molto presto l’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe inserire l’abuso dei videogiochi nella lista delle patologie che possono creare una dipendenza.

Ciò probabilmente accadrà nella prossima edizione dell’International Classification of Diseases, la lista delle patologie che creano dipendenza: a riportarlo recentemente è stata la rivista New Scientist, che ha citato un esperto dell’OMS.

A tal proposito Vladimir Poznyak, del Dipartimento per la salute mentale e l’abuso di sostanze dell’OMS ha sottolineato la necessità che gli operatori del settore sanitario siano al corrente del fatto che la dipendenza da videogiochi può avere conseguenze dannose per la salute, e per questo deve essere curata adeguatamente.

Per l’esperto, i segnali a cui il personale sanitario dovrebbe porre maggiore attenzione sono derivanti dal fatto che il paziente manifesta priorità all’uso dei videogame, «fino al punto in cui il gioco prevale sugli altri interessi della vita». Ma anche l’ignorare le conseguenze negative del gioco e l’impossibilità di controllare quanto si gioca o con quale frequenza.

L’OMS è anche al lavoro per la definizione di un disturbo collegato al binge watching, la visione compulsiva di serie TV.

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