West Nile, trovate zanzare infette nel Veneto

VEB

Già avevamo avuto modo, nelle scorse settimane, di parlare di questo virus, ma stavolta siamo costretti a riparlare perché i casi stanno aumentando nel nostro paese, e addirittura in Veneto si parla di vero e proprio allarme.

La febbre West Nile (West Nile Fever) è una malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome).

Il virus è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

Le infezioni dovute al West Nile virus sono episodi sporadici, caratterizzati da febbre, mal di testa e, in rarissimi casi, da encefaliti e meningiti. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

Il serbatoio del patogeno è rappresentato dagli uccelli, ma la trasmissione del virus avviene tramite la puntura delle zanzare.

Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

Come abbiamo premesso all’inizio, in queste ore è allarme West Nile nel cuore del Delta del Po: le trappole del sistema di monitoraggio sulla diffusione del virus, disseminate in lungo e in largo per il Polesine dalla Rete regionale di sorveglianza epidemiologica, hanno catturato alcune zanzare infette dalla West Nile nel territorio di Porto Viro.

Nello specifico, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie ha accertato la presenza del virus negli insetti e ha subito informato il personale del dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria per le dovute azioni volte a prevenire che questo virus possa essere trasmesso alle persone attraverso la puntura di zanzara infetta.

La prima zanzara positiva al virus del West Nile è stata trovata a Jesolo il 12 giugno scorso. Poi altri gruppi individuati a Caorle e a Ceggia e in precedenza anche nelle province di Verona, Treviso e Rovigo, tanto da far aumentare le azioni di contrasto e i sistemi di sorveglianza.

Il dottor Luigi Nicolardi, direttore del dipartimento di Prevenzione, ha consigliato i 21 comuni dell’azienda sanitaria ad intervenire come previsto dal protocollo regionale, potenziando le azioni di disinfestazione.
Inoltre, in occasione di manifestazioni pubbliche all’aperto, come sagre, fiere, concerti, i comuni interessati sono stati invitati anche a programmare nuovi interventi di disinfestazione.

Oltre a ciò, il dottor Nicolardi invita ad informare la popolazione nell’adottare misure idonee a contrastare la proliferazione delle zanzare nelle aree di proprietà e a ridurre il rischio di contatto mediante l’utilizzo di repellenti ad hoc.

L’allerta è stata smorzata dal sindaco di Jesolo. ‘Il contagio è molto raro, mentre i casi gravi a livello neurologico sono davvero rarissimi’, ha tenuto a precisare il primo cittadino della città veneta. ‘Non c’è assolutamente da allarmarsi’, ha proseguito il sindaco, che ha comunque invitato tutti a seguire le indicazioni delle aziende sanitarie.

Ricordiamo che, ad oggi, non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare.

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