Neuroni, c’è un gene che ne favorisce la nascita e crescita

VEB

Come ci hanno già insegnato fin dalla scuola, il neurone è l’unità cellulare che costituisce il tessuto nervoso, il quale concorre alla formazione del sistema nervoso, insieme con il tessuto della neuroglia e al tessuto vascolare.

Grazie alle sue peculiari proprietà fisiologiche e chimiche è in grado di ricevere, integrare e trasmettere impulsi nervosi, nonché di produrre sostanze denominate neurosecreti.

I neuroni all’interno del cervello sono davvero moltissimi: quest’organo arriva a contenere circa 100 miliardi di neuroni, variabili per forma e posizione ma accomunati da alcune caratteristiche.

Per lungo tempo si è pensato che i neuroni non potessero rigenerarsi. Gli scienziati pensavano che ognuno di noi nascesse con un certo numero di neuroni e che una volta morti, questi fossero irrecuperabili.

In realtà le ricerche più recenti hanno rivisto questa tesi: gli scienziati infatti hanno scoperto che gli adulti possiedono dei neuroni “nuovi”, e che parte di questo processo di rigenerazione avviene nell’ippocampo.

A quanto pare la nascita e la crescita dei neuroni, nella giusta quantità e senza carenze responsabili di grave patologie, è tutto merito di un particolare gene, “scovato” da eccellenze nostrane.

A fare l’incredibile scoperta è stata infatti una ricerca italiana pubblicata sulla rivista Cell Reports e coordinata dal gruppo dell’Università di Torino guidato da Silvia De Marchis, del Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi (Nico) e del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi (Dbios), in collaborazione con il laboratorio dell’Università di Nizza diretto da Michèle Studer.

Le ricerche hanno dimostrato che il COUP-TFI, oltre a essere fondamentale per lo sviluppo del cervello, risulta essere determinante nel controllo delle staminali adulte e nella produzione di nuovi neuroni.

Il gene finora era noto per le numerose funzioni che ha nello sviluppo del cervello, ma adesso la ricerca italiana ha scoperto che il suo compito consiste nel fare in modo che le cellule staminali producano la giusta quantità delle cellule nervose a forma di stella chiamate astrociti e che costituiscono la glia, ossia la struttura portante del cervello.

L’attenzione dei ricercatori si è concentrata sulle cellule staminali della regione del cervello chiamata ippocampo, che ha un ruolo chiave in processi cognitivi come memoria e apprendimento.

In questa parte del cervello, le staminali procedono alla produzione di nuovi neuroni, con la neurogenesi, e degli astrociti, attraverso la astrogliogenesi.

L’equilibrio tra neurogenesi e astrogliogenesi consente il corretto funzionamento dell’ippocampo. In caso contrario, si assisterebbe alla formazione di alcune patologie cerebrali, come l’Alzheimer, dovute alla “neuroinfiammazione” che può portare a deficit cognitivi. Questi equilibri e meccanismi, finora, erano sconosciuti.

Per provare che il responsabile e regista del diverso fato delle staminali è COUP-TFI, lo studio ha inizialmente messo in evidenza l’alta attività del gene nei topi in buona salute e la ridotta attività in presenza di neuroinfiammazione. Sono seguite le analisi in cui si osservava che in topi adulti dove il gene era stato inattivato aumentava la produzione di astrociti a discapito di quella dei neuroni, e in topi dove il gene veniva attivato si ristabiliva l’equilibrio contrastando l’effetto delle infiammazioni.

Il risultato, ha quindi osservato Silvia De Marchis, apre «interessanti prospettive per il trattamento di disfunzioni cognitive associate alle malattie neurologiche. La strada in questa direzione è ancora lunga, e solo grazie a uno sforzo collaborativo congiunto e con nuove risorse a sostegno della ricerca saremo in grado di percorrerla».

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