Per secoli è stato solo un’ipotesi affascinante, tramandata dai diari degli esploratori del XVII secolo. Ma oggi, grazie alla scienza moderna, è ufficiale: Zealandia è un vero e proprio continente, sommerso quasi del tutto sotto le acque del Pacifico. A confermarlo è stata nel 2017 la GNS Science, agenzia geologica della Nuova Zelanda, in collaborazione con ricercatori internazionali. Una scoperta che riscrive la geografia terrestre e apre nuovi orizzonti nello studio dell’evoluzione dei continenti.

Un continente “fantasma” cercato fin dal 1600
L’esistenza di Zealandia, conosciuta anche con il nome maori Te Riu-a-Māui, era già ipotizzata dal navigatore olandese Abel Tasman nel 1642, durante le sue esplorazioni nell’Oceano Pacifico. Partito dall’Indonesia sotto incarico della Compagnia Olandese delle Indie Orientali, Tasman raggiunse la Nuova Zelanda, dove incontrò i Maori. Il contatto fu però ostile: quattro membri del suo equipaggio vennero uccisi, costringendolo alla ritirata senza prove concrete della scoperta.
Per secoli, il “Grande Continente Australe” fu oggetto di speculazioni e mappe incompiute. Solo nel XXI secolo la tecnologia ha permesso di confermare l’esistenza di Zealandia come settimo continente geologico, distinto da Oceania per caratteristiche strutturali e geodinamiche.
Una scoperta rivoluzionaria nel 2017
Nel 2017, uno studio pubblicato dalla Geological Society of America ha riconosciuto ufficialmente Zealandia come un continente vero e proprio. Copre una superficie di circa 4,9 milioni di km², ma ben il 95% è sommerso. Solo la Nuova Zelanda e pochi altri arcipelaghi, come le Isole Chatham e la Nuova Caledonia, ne costituiscono la parte emersa.
Secondo lo studio, Zealandia si sarebbe staccata dal supercontinente Gondwana tra 60 e 100 milioni di anni fa, subendo un processo di assottigliamento e sprofondamento della crosta terrestre. Fonte: Geological Society of America Bulletin – 2017
Il primo continente completamente mappato sott’acqua
Nel 2023, una nuova spedizione internazionale ha analizzato campioni di roccia prelevati dal fondo oceanico per comprendere meglio la geologia della Zealandia settentrionale. Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Tectonics, ha rivelato la presenza di una gigantesca regione vulcanica e una catena di rocce granitiche antichissime, chiamata batolite mediano, che risale a 100-250 milioni di anni fa.
Grazie ai dati raccolti, Zealandia è diventato il primo continente sulla Terra ad essere completamente mappato, incluse le sue estensioni sottomarine. I geologi hanno tracciato le curve del batolite e identificato estesi campi vulcanici nascosti, riconoscibili attraverso anomalie magnetiche simili a quelle delle rocce basaltiche emerse in aree come Capo Reinga e le isole Auckland.
Fonte autorevole: Tectonics – American Geophysical Union
Perché Zealandia è importante per la scienza?
Classificare Zealandia come continente non è solo un’aggiunta alla lista geografica: ha un valore scientifico enorme. Come spiegano gli esperti della Geological Society, un continente completamente sommerso ma geologicamente coeso rappresenta un caso unico per studiare la coesione e la frattura della crosta continentale. Queste informazioni aiutano anche a comprendere meglio l’evoluzione dei continenti e la dinamica tettonica che ha plasmato il nostro pianeta.
Cosa ci riserva il futuro?
Secondo Nick Mortimer, uno degli scienziati a capo dello studio, “c’è ancora molto da scoprire” su Zealandia. La sua esistenza dimostra quanto poco sappiamo realmente del nostro pianeta e delle sue profondità sommerse.
Curioso di vedere com’era il supercontinente Gondwana o dove si trova Zealandia oggi? Consulta i dati su Nature.
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