Un team internazionale di ricercatori, supportato da NASA e Università di Toho (Giappone), ha utilizzato un sofisticato supercomputer per simulare il destino della vita sulla Terra nel lunghissimo termine. Secondo lo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature Geoscience nel 2021, il nostro pianeta potrebbe diventare inabitabile entro l’anno 1.000.002.021 a causa di drastici cambiamenti atmosferici innescati dal graduale riscaldamento del Sole.

Ossigeno in calo: la lenta agonia della biosfera
Gli scienziati Kazumi Ozaki e Christopher T. Reinhard hanno integrato modelli di biogeochimica e climatologia per calcolare la durata dell’attuale atmosfera ricca di ossigeno. I loro risultati mostrano che questo equilibrio non è eterno: l’aumento dell’attività solare causerà una progressiva riduzione dell’ossigeno atmosferico, rendendo la Terra incapace di sostenere forme di vita complesse.
Ozaki e Reinhard scrivono che l’attuale atmosfera “altamente ossigenata” è una caratteristica transitoria della Terra e non un elemento stabile nel tempo geologico. Questo ha forti implicazioni anche per la ricerca di biofirme su esopianeti: trovare ossigeno non significa necessariamente che un pianeta sia abitabile in modo permanente.
Fonte autorevole: Nature Geoscience – “The future lifespan of Earth’s oxygen-rich atmosphere”
Il futuro prossimo: riscaldamento globale estremo e Pangea Ultima
Parallelamente, uno studio dell’Università di Bristol, pubblicato su Nature Geoscience nel 2023, ha ipotizzato un futuro molto più vicino (tra 250 e 300 milioni di anni) in cui la Terra sarà trasformata dalla formazione di un nuovo supercontinente chiamato Pangea Ultima. Il dott. Alexander Farnsworth e il suo team hanno simulato un pianeta devastato da un effetto triplo: maggiore radiazione solare, aumento della CO₂ atmosferica e la formazione di un’unica massa continentale che intrappolerà il calore.
Le previsioni sono allarmanti: temperature diffuse tra i 40 e i 50°C, eruzioni vulcaniche frequenti e scarsità d’acqua e cibo porteranno all’estinzione di massa dei mammiferi, inclusi gli esseri umani.
Fonte autorevole: University of Bristol – Climate scientists reveal Earth’s future climate extremes
Le implicazioni per l’umanità: esplorazione spaziale e consapevolezza ecologica
Anche se queste proiezioni si estendono su tempi cosmici, gli scienziati sottolineano l’urgenza di ricercare forme di vita su pianeti simili alla Terra e di proseguire l’esplorazione spaziale come strumento di sopravvivenza a lungo termine per l’umanità. In parallelo, resta fondamentale affrontare le sfide ambientali attuali per prolungare la vivibilità del nostro pianeta.
Questi studi, basati su simulazioni avanzate e dati climatici, non sono previsioni apocalittiche immediate, ma moniti scientifici che invitano alla responsabilità e alla pianificazione del futuro.
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