Alcol accorcia la vita e non solo per gli incidenti mortali

VEB

Senza parlare necessariamente di alcolismo, che è una vera e propria patologia, è indubbio che sempre più, e sempre più da giovanissimi, ci si avvicina all’alcol e se ne diventa consumatori abituali.

Generalmente con il termine alcol si intende quello etilico (o etanolo), che sta alla base delle cosiddette bevande alcoliche, in percentuali variabili e stimate con la cosiddetta gradazione alcolica.

Dal punto vista metabolico, l’etanolo è considerato un insulino-stimolante (quindi un ipoglicemizzante che favorisce l’aumento della massa grassa) e un potente diuretico.

Assunto in eccesso (rispetto alla capacità di “smaltirlo”) nel breve termine l’etanolo è un composto nervino psicotropo potenzialmente tossico (difficilmente si rivela fatale); assunto in eccesso nel lungo termine, può scatenare una forma di tossicodipendenza psico-fisica molto grave e compromettere la salute fino alla morte.

L’effetto dell’assunzione di alcool si ripercuote sul cervello, in quanto l’alcool assorbito dai tessuti intestinali entra nel sangue e da questo viene trasportato direttamente al cervello, alterandone i normali meccanismi, come udire, vedere, ragionare. Può alterare l’azione dei neurotrasmettitori, modificandone la struttura e la funzione. Questo provoca diverse conseguenze: limitata capacità di reazione, riflessi lenti, impossibilità nel coordinare i movimenti, tremori e allucinazioni, si perde l’autocontrollo, la memoria, la capacità di concentrazione e le funzioni motorie sono gravemente alterate.

Il consumo di dosi molto elevate può aumentare la pressione sanguigna e la pressione arteriosa, provocando danni al muscolo cardiaco in seguito all’effetto tossico dell’alcol.

Alcol accorcia la vita non solo per incidenti mortali

Alcol accorcia la vita non solo per incidenti mortali

L’alcol aumenta la produzione di acido gastrico, provocando irritazione ed infiammazione nelle pareti dello stomaco, condizione che può causare ulcere ed emorragie interne che possono risultare fatali e può causare il cancro allo stomaco, alla laringe, all’esofago e al pancreas.

Il consumo di alcol durante la gravidanza può provocare al feto la sindrome alcolica fetale. I sintomi di questa patologia riguardano un ritardo della crescita, l’alterazione dei lineamenti cranio-facciali, malformazioni cardiache, epatiche, renali e oculari.

Gli effetti nocivi causati dall’alcol al corpo sono quindi innumerevoli e viene alterato gravemente l’organismo. In questo caso gioca un ruolo molto importante la quantità di alcol ingerito, così come le circostanze.

Alcol: Ma quanto è troppo?

A quanto pare bere accorcia la vita di 30 minuti per ogni bicchiere di vino o birra oltre il limite giornaliero raccomandato e il rischio di mortalità è paragonabile a quello del fumo.

Queste le conclusioni a cui è giunto lo studio condotto dall’Università di Cambridge raccogliendo i dati di quasi 600.000 bevitori in 19 paesi, che hanno riferito consumi di alcol diversi e comunque superiori ai 100 grammi settimanali o 12,5 unità (pari a cinque bicchieri standard di vino o birra) che gli scienziati hanno scoperto rappresentare il limite di sicurezza oltre il quale aumentano le probabilità di ictus (14%), aneurisma aortico (15%) e insufficienza cardiaca (9%).

Pubblicato sulla rivista Lancet, «questo studio fornisce una chiara evidenza a supporto della necessità di abbassare i limiti di consumo di alcol in molti paesi del mondo», afferma uno degli autori Edoardo Casiglia, dell’Università di Padova.

In Italia le linee guida sul consumo di alcol raccomandano consumi inferiori agli 84 grammi settimanali per le donne e a 168 grammi per i maschi adulti. In Usa ad esempio si raccomanda di non superare 196 g/settimana di alcol pari a 11 bicchieri per i maschi; 98 g/settimana per le donne.

Lo studio si è concentrato sugli attuali bevitori ma ha utilizzato il consumo di alcol auto-riferito e si è basato su dati osservativi, quindi secondo gli scienziati non si possono trarre conclusioni definitive causa-effetto.

Next Post

Dieta: la pasta aiuta a perdere peso

La maggior parte delle persone pensa che mangiare la pasta contribuisca ad un aumento di peso, uno studio recente ha esattamente provato il contrario, ed a quanto pare, secondo anche precedenti studi, non sembra essere una grossa novità, partiamo però da alcune considerazioni: Indice glicemico: di cosa si tratta L’indice […]
Cibo e tumori ecco quali alimenti vanno limitati o eliminati