Arresto cardiaco, donna ne subisce 50 in 6 giorni e sopravvive

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Un arresto cardiaco è una situazione clinica caratterizzata dall’inefficacia o assenza dell’attività cardiaca: la disfunzione elettrica rappresenta il meccanismo più comune di arresto e la fibrillazione ventricolare rappresentante l’alterazione del ritmo più frequente nell’arresto cardiaco preospedaliero.

Spesso molti identificano l’arresto cardiaco con l’attacco di cuore, quando invece sono due disturbi differenti, in quanto hanno una natura distinta: all’origine dell’attacco di cuore c’è un’interruzione del flusso di sangue diretto al miocardio; all’origine dell’arresto cardiaco, invece, c’è un’alterazione del ritmo sinusale, ovvero un’aritmia.

I pazienti cardiopatici sono i soggetti a maggior rischio di arresto cardiaco improvviso, che tuttavia può colpire anche individui apparentemente sani, senza cardiopatie note o altri fattori di rischio.

Per salvare la vita a chi viene colpito da arresto cardiaco, i soccorritori devono agire immediatamente e con lucidità.

Esso è così grave che, se non s’interviene immediatamente, nel giro di pochissimi minuti provoca dei danni permanenti al cervello e la morte dell’individuo colpito.

Per le sue caratteristiche di repentinità, imprevedibilità e letalità, l’arresto cardiaco viene detto anche morte cardiaca improvvisa o arresto cardiaco improvviso.

Arresto cardiaco, donna ne subisce 50 in 6 giorni e sopravvive

Arresto cardiaco donna ne subisce 50 in 6 giorni e sopravvive

Proprio per questo la storia che vi stiamo per raccontare ha quasi del miracoloso: in sei giorni, Katia, 31 anni, ha avuto ben cinquanta arresti cardiaci ed è riuscita a sopravvivere.

Per Pasqua la giovane donna era andata in vacanza a Napoli con il marito e la figlia di tre mesi, e improvvisamente si è sentita male. È stata rianimata, ma quando ancora era all’Ospedale del Mare per accertamenti, ha avuto altri arresti, uno dopo l’altro. Il suo cuore si fermava ogni 15 minuti, come ha raccontato il Corriere della Sera.

A causare i continui arresti cardiaci, secondo il parere dei medici, sarebbe stata la presenza di molteplici cellule impazzite all’interno del sistema elettrico del cuore della donna. Una situazione davvero critica che ha portato la paziente ad un passo dalla morte e che si è risolta grazie a un intervento chirurgico, eseguito a Milano.

«La grave aritmia di Katia è una fibrillazione ventricolare provocata da alcune cellule impazzite nel sistema elettrico del cuore», ha spiegato il professor Carlo Pappone, responsabile dell’unità di Aritmologia clinica ed elettrofisiologia del Policlinico al Corriere. «Bisogna eseguire un’ablazione particolare, difficile ma possibile. Bisogna raggiungere il punto esatto ed intervenire. L’operazione è eccezionale perché per agire ci sono solo pochi secondi a disposizione, tra una fibrillazione e l’altra. Nel mondo, questo intervento è già stato eseguito, ma il bersaglio era fisso e la fibrillazione era avvenuta in precedenza, nei giorni o nei mesi precedenti, consentendo dunque una precisa localizzazione del problema».

La Regione Campania ha dunque messo a disposizione un aereo militare con un team di rianimatori per affrontare i numerosi arresti cardiaci durante il volo. Quando l’areo è arrivato all’aeroporto di Linate ad attendere Katia c’era già una squadra di anestesisti con l’ambulanza, pronta a correre in ospedale.

L’intervento riesce: Katia non ha subito danni neurologici e può tornare alla sua vita, una vita «nuova», che sembra quasi un miracolo.

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