Ansia e attacchi di panico diventano una vera patologia

VEB

L’Associazione d’Ansia e Depressione d’America, “adaa” descrive un attacco di panico come l’improvvisa insorgenza di intensa paura o disagio, può accadere all’improvviso e senza motivo apparente quando una persona è calma o colpire quando si è ansiosi, il corpo risponde come se fosse in pericolo, anche se non c’è alcuna minaccia, lo riferisce Todd Farchione, direttore del programma intensivo presso il Centro di ansia e disturbi correlati dell’Università di Boston. “È una specie di falso allarme“, spiega Farchione. “È tutto interno e questo è ciò che è così spaventoso per le persone. Se avessi davanti a te un grosso ragno e avessi avuto una reazione a questo, avresti detto: “Capisco perché ho avuto tale reazione“.

Tra i tanti sentimenti che ognuno di noi prova ogni giorno, uno di quelli più destabilizzanti è senza dubbio l’ansia.

Può capitare a chiunque, in certi momenti della vita, di sentirsi particolarmente sotto pressione, in stress e, quindi, scattare per un nonnulla, avvertendo tensione emotiva e apprensione indeterminata.

Ma quando si arriva a una situazione di ansia diffusa e indeterminata, apparentemente senza cause specifiche, si arriva a provare anche un malessere somatico.

Ed in periodi particolarmente stressanti e pieni d’ansia, non di rado si verificano attacchi di panico.

Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi e destabilizzanti dal forte impatto fisico ed emotivo. Nella manifestazione classica hanno una durata di una ventina di minuti e sono caratterizzati da sintomi fisici tra cui tachicardia, dolore al petto, tremori, sudorazione, brividi, nausea e dolori addominali e da sintomi più cognitivi: sensazione di irrealtà, di distaccamento da sé, paura di impazzire, di morire o di perdere il controllo.

Possono presentarsi singolarmente oppure con maggior frequenza, arrecando notevole sofferenza e impattando negativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre.

Dopo aver provato una volta la spiacevole esperienza di un attacco di panico, la persona colpita teme ovviamente che possa accadere di nuovo. Si innesca, dunque, un circolo vizioso che può trasformare il singolo attacco di panico in un vero e proprio disturbo di panico. Si apprende così ad avere “paura della paura”.

Psicologicamente si può avere la sensazione di essere lontani dalla realtà concreta della situazione e da se stessi, mentre al termine della crisi di angoscia ci si sente esausti e sfiniti. La situazione peggiore è quella in cui la persona sente l’angoscia salire ed è anche costretta in uno spazio-tempo confinato, quindi non può muoversi neanche fisicamente.

La predisposizione genetica, il clima familiare in cui si è cresciuti, il carattere, lo stress, le preoccupazioni, l’aver subito traumi o aggressioni, e le difficoltà personali, sociali e lavorative possono essere annoverate tra le possibili cause degli attacchi di panico, ma l’esperienza ci dice che queste forme di ansia acuta non sono in genere legate ad una specifica situazione, o ad una singola “causa”.

Una delle cause fisiologiche dell’attacco di panico è anche l’ipoglicemia ovvero un calo del livello di zuccheri del sangue che per una serie di reazioni biochimiche fa scattare come campanello d’allarme la sintomatologia dell’attacco. E’ importante quindi che il livello della glicemia nel sangue sia costante durante il giorno.

Generalmente, come abbiamo già detto, la maggior parte degli attacchi si risolve tuttavia nel giro di pochi minuti, correlata da esercizi di controllo della respirazione al fine di poter recuperare uno stato di calma.

In altri casi gli attacchi di panico richiedono un intervento terapeutico mirato, laddove gli episodi risultano fortemente invalidanti sia per la salute dei soggetti che per quella delle persone a loro vicine.

La forma di psicoterapia che la ricerca scientifica ha dimostrato essere più efficace, nei più brevi tempi possibile, è quella “cognitivo-comportamentale”. Si tratta di una psicoterapia breve, a cadenza solitamente settimanale, in cui il paziente svolge un ruolo attivo nella soluzione del proprio problema e, insieme al terapeuta, si concentra sull’apprendimento di modalità di pensiero e di comportamento più funzionali alla cura degli attacchi di panico, nell’intento di spezzare i circoli viziosi del disturbo.

Anche gli antidepressivi sono stati creati per curare la depressione, ma si sono rivelati efficaci anche nella terapia dei disturbi d’ansia. Questi farmaci iniziano a modificare i processi chimici cerebrali già dopo la primissima dose, ma per diventare pienamente efficaci devono modificare equilibri che richiedono un’assunzione regolare per almeno 4-6 settimane prima che i sintomi inizino ad attenuarsi.

Infine, che gli attacchi di panico siano dovuti a stati ansiosi, stress o dipendano direttamente da malattie organiche come l’ipertiroidismo o da altri fattori come abuso o astinenza di droghe o alcol, rivedere il proprio stile di vita e il rapporto con il proprio corpo non può che migliorare la situazione. L’attività fisica svolge un ruolo fondamentale, poiché permette all’organismo di scaricarsi e stare bene fisicamente, e conferisce autostima, sicurezza dei propri mezzi e serenità psicologica.

fonte@adaa.org

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