Baci sotto il vischio attenzione all’alitosi

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I baci sotto il vischio? una tradizione forse non proprio nostrana ma che da anni fa parte delle tante tradizioni del periodo delle festività natalizie, i Celti ad esempio attribuivano al vischio un potere enorme che riusciva a vivere attaccata ai tronchi degli alberi senza toccare il suolo e dunque con potere divini, ma per il classico bacio sotto il vischio c’è un pericolo che incombe, soprattutto dopo i pranzi e le cene di questi giorni, quello dell’alitosi.

Nella mitologia nordica, il vischio è anche la pianta sacra di Frigg (o Freya), dea dell’amore: questa dea ha una storia romantica e dolorosa. Essa aveva due figli, Balder, buono e generoso, e Loki, cattivo e invidioso, che voleva uccidere il fratello. Saputo il piano di Loki, Frigg chiese a tutte le creature animali e vegetali di proteggere Balder, ma si dimenticò del vischio. Loki allora usò proprio questa pianta per fabbricare una freccia che uccise Balder. La dea Frigg appena vide il suo cadavere, iniziò a piangere. Le sua lacrime per magia si trasformarono in bacche bianche, e quando queste toccarono il corpo di Balder, lui tornò in vita.

Per la grande felicità, la dea Frigg cominciò a baciare chiunque passasse sotto l’albero sul quale cresce il vischio (di solito pioppi, olmi e tigli). Il suo bacio non era solo un onore, ma anche un portafortuna e una protezione; ai fortunati baciati dalla dea, infatti, non poteva capitare nulla di male.

Se questa è senza dubbio una tradizione, e come tale va rispettata, a quanto pare crea non pochi problemi, e non sempre legati alla timidezza: molti temono di baciare per paura di avere l’alito cattivo e quindi incorrere in una di quelle figuracce difficili da dimenticare.

Bacio sotto al vischio, a preoccupare è l’alitosi

Bacio sotto al vischio a preoccupare alitosi

Secondo una ricerca realizzata da GfK per Gsk Consumer Healthcare sul rapporto tra gli italiani e la loro salute orale, per il 60% degli italiani l’alito cattivo è causa di imbarazzo sociale e influenza negativamente le relazioni con le altre persone.

Con il termine alitosi, o volgarmente alito cattivo, si indica l’odore sgradevole che si emette durante la respirazione; è un disturbo che può colpire soggetti di qualsiasi sesso ed età, anche se il problema si presenta con maggior frequenza con il passare degli anni.

Soffrire di alitosi è un problema invalidante a livello sociale, che frequentemente influisce sulle relazioni interpersonali – spiega Alessandro Crea, docente di Parodontologia all’Università Cattolica di Roma – L’alito cattivo talvolta non viene collegato alle effettive cause e viene per questo sovente sottovalutato. Si stima che l’80-90% delle volte la causa sia da ricercare nella bocca e sia dovuta ai batteri presenti attorno ai denti e sul dorso della lingua. Teniamo presente che chi soffre di malattie gengivali è molto più soggetto ad alitosi“.

Recenti studi rivelano come l’alitosi può essere la conseguenza di una cattiva igiene orale, dei primi segnali di parodontite o della presenza di carie. Nella bocca i batteri anaerobi, ovvero che vivono in assenza di ossigeno, si annidano infatti nelle tasche parodontali, nelle lesioni cariose o più spesso sulla superficie della lingua, producendo un odore sgradevole e di diversa intensità a seconda del livello di gravità.

L’alitosi quindi può essere efficacemente trattata se la causa viene diagnosticata correttamente, obiettivo che viene perseguito attraverso un esame clinico dettagliato. La gestione del paziente in molti casi prevede semplicemente misure semplici una regolare igiene orale e una periodica pulizia dentale (detartrasi).

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