Fino a qualche anno fa, a scuola, quando un alunno non eccelleva nei risultati, non riusciva a tenere il passo con gli altri o anche solo a seguire le lezioni stando seduto ed in silenzio, veniva sovente etichettato come un fannullone svogliato.
Oggi per fortuna è cambiato l’approccio ai ragazzi, e si è capito che, anche senza patologie cliniche certificate, ogni alunno ha esigenze specifiche, ed alcuni hanno bisogni speciali che non vanno sottovalutati.
Ecco quindi che hanno assunto sempre maggiore centralità nella scuola i Bes: di cosa si tratta?
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I Bisogni Educativi Speciali, che possono essere temporanei o permanenti, sono esigenze di apprendimento degli alunni, che nascono da una serie di fattori sia sociali, sia culturali, sia economici.
Tra i fattori più comuni che comportano l’insorgenza di un BES ci sono: differenze culturali, differenze linguistiche, svantaggi culturali e/o sociali, un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA), una disabilità fisica o mentale.
Questi allievi hanno quindi bisogno di strumenti didattici specifici, individualizzati e/o personalizzati: compito del docente è quindi riuscire a potenziare le loro abilità e competenze.
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