Carenza sangue, le scorte sono ridotte al minimo storico e per il prossimo autunno potrebbero esserci seri problemi.
Normalmente l’italiano è solidale per antonomasia, al punto che i donatori di sangue raramente mancano. In fondo fa parte della nostra cultura aiutare il prossimo, specialmente quando questi è in forte difficoltà.
Se il nostro sangue è sano e ricorrono tutte le condizioni per donarlo, sia pure a volte con qualche difficoltà, si riescono a raccogliere quantitativi sufficienti, con relative scorte, per far fronte adeguatamente alle urgenze.
Ma stavolta la difficoltà c’è ed è tangibile: la fine di quest’anno reca con sé difficoltà non indifferenti a raccogliere sangue sufficiente.
Ad accusare questo grave disagio, sono stati alcuni eventi che hanno funestato il 2017. In primis i terremoti di Lazio, Marche e Umbria, poi l’ondata di influenza, e adesso il gran caldo.
Buona la risposta degli italiani dopo le prime scosse di terremoto, con donazioni che sono addirittura triplicate nei primi giorni. Si pensi che in pochi giorni sono state raccolte circa 10.600 sacche di sangue.
Tuttavia il problema è che queste raccolte hanno una scadenza, precisamente 42 giorni. Ma, a fronte di questo picco positivo, poi la situazione è nettamente peggiorata.
Il Centro Nazionale Sangue riporta che nei mesi di giugno e luglio del 2016 le richieste erano circa seimila; nello stesso periodo di quest’anno invece le richieste sono salite a dodicimila. Un incremento davvero notevole.
La carenza di sangue ha messo a rischio interventi chirurgici e terapie salvavita. A un leucemico, per esempio, servono otto donatori a settimana altrimenti non sopravvive. Da qui l’invito del direttore del Centro Nazionale sangue: “Donate, i pazienti non vanno in ferie”.
Se non si comincia a donare subito, per l’autunno potrebbero avere problemi seri i malati di tumore, pazienti anemici e pazienti da sottoporre a operazioni chirurgiche.
Il Centro sottolinea pure che in alcuni giorni sono state superate le 1100 unità mancanti su tutta Italia. Il problema è quindi, secondo gli addetti ai lavori, l’adeguata sensibilizzazione delle persone alle donazioni.
E’ oltremodo auspicabile un allargamento delle donazioni attraverso una cultura ancora più accentuata della solidarietà, specialmente in presenza di picchi negativi dovuti a momenti emergenziali ben precisi.
Anche se in Italia esistono importanti momenti di solidarietà, è opportuno che sin dalle scuole elementari e medie i bambini siano formati, allorché raggiungono l’età adulta, in direzione della donazione.
Il direttore del Centro Nazionale Sangue, Giancarlo Maria Liumbruno, da parte sua sottolinea: “A rischio ci sono terapie salvavita, considerando ad esempio che per un paziente leucemico servono otto donatori a settimana o che le talassemie e le altre emoglobinopatie assorbono circa il 10% delle unità raccolte sul territorio nazionale. Per non parlare degli interventi chirurgici!”.