Cervello di maiale tenuto in vita per 36 ore

VEB

La notizia arriva direttamente da un neuroscienziato della Yale University che sostiene di aver sviluppato una tecnica che preserva il tessuto cerebrale dei maiali per un lungo periodo dopo la decapitazione, i cervelli apparentemente non sono coscienti, ma la nuova tecnica sta sollevando una serie di importanti questioni soprattutto di ordine morale ed etico, il nuovo sistema è stato descritto il 28 marzo nel corso di una riunione per discutere della ricerca all’avanguardia sul cervello presso il National Institutes of Health.

Il cervello è l’organo principale del sistema nervoso centrale, presente nei vertebrati e in tutti gli animali a simmetria bilaterale, compreso l’uomo. Nei vertebrati il cervello è situato all’apice del nevrasse, all’interno del cranio.

Nell’uomo l’attività del cervello, studiata dalle neuroscienze, dà vita alla mente con le sue funzioni cognitive superiori e più in generale alla psiche con le sue funzioni psichiche, studiate nell’ambito della psichiatria.

Il cervello è tutt’oggi considerato l’organo più complesso e misterioso del nostro organismo, in grado di controllare molteplici funzioni molto diverse tra loro e alla base della vita di tutti noi, quali la memoria, il linguaggio, i movimenti di braccia e gambe e il funzionamento in genere di tutti gli organi presenti nel corpo con conseguente regolazione ad esempio del respiro e del battito cardiaco.

Il cervello adulto è composto da miliardi di neuroni e le connessioni che sviluppano tra loro sono decine di migliaia.

Il cervello è così complesso che da vent’anni, ogni anno, gli è dedicata una settimana a livello internazionale. Venne istituita nel 1996 dalla Dana Alliance for Brain Initiatives. Un evento di portata internazionale dove ogni anno, a marzo, sono coinvolti, oltre alle società scientifiche, neuropsichiatri, psicologi, psicoterapeuti, biologi, neuroscienziati e tutti i professionisti del settore. Una comunità che, per una settimana, si prodiga nello spiegare, a tutti quelli interessati, come funziona il cervello, i progressi raggiunti e quanto ancora rimane un mistero nel funzionamento del pensiero.

Cervello vivo per 36 ore fuori dal corpo morte messa in discussione

Cervello vivo per 36 ore fuori dal corpo morte messa in discussione

E per svelare ancora qualcuno di questi misteri insondati gli scienziati si stanno spingendo sempre più oltre: dei ricercatori americani, per esempio, sono riusciti a ripristinare la circolazione e a mantenere in vita il cervello di decine di maiali decapitati, il tutto per 36 ore.

Nello specifico, un gruppo di ricercatori dell’università di Yale negli Stati Uniti pare abbia tenuto in vita i cervelli circa 200 maiali per almeno 36 ore fuori dal corpo degli animali, poi ottenuti da un Mattatoio questi organi sono stati rianimati con una nuova tecnica di irrorazione sanguigna. Le cellule nervose sono attive e soprattutto sane tanto da mettere in discussione lo stesso concetto di morte dell’organo.

La tecnica, chiamata BrainEx, consiste nel collegare il cervello a un circuito di pompe e tubi nei quali circola sangue artificiale a una temperatura pari a quella corporea dell’animale, permettendo all’ossigeno di fluire nel cervello.

Il dibattito è già acceso: mentre gli esperti di bioetica si chiedono se un cervello umano trattato allo stesso modo sarebbe da considerare vivo, gli esperti di neuroscienze vedono la possibilità di studiare malattie come Alzheimer e tumori del cervello.

La scoperta è stata presentata in un convegno sulle neuroscienze organizzato dai National Institutes of Healt, ma per ora non è stata ancora pubblicata su alcuna rivista scientifica.

«Anche se il cervello è danneggiato, le cellule sono vive, dunque si tratta di un organo vivente – le parole di Steve Hyman, uno degli specialistici che ha valutato la ricerca, al Mit Technology Review – si tratta di un risultato ad un livello estremo di conoscenza tecnica, ma non così diverso da quanto avviene nella conservazione di un rene».

Non è comunque la prima volta che un cervello animale è stato tenuto in vita al di fuori del corpo. Precedentemente la stessa impresa fu raggiunta con l’uso di cavie.

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