A 86 anni suonati la star hollywoodiana riesce ancora a stupire selezionando uno spunto incredibile di cronaca, e storia americana, adatto per le sue corde individualiste e antisistema: Clint Eastwood con la sua trentaseiesima opera torna ai livelli eccelsi de Gli Spietati e Million dollar baby.
Fuori concorso al Torino Film Festival, nelle scorse ore è stata presentata l’anteprima in versione originale sottotitolata di Sully, il nuovo film diretto appunto da Clint Eastwood e interpretato dal due volte premio Oscar Tom Hanks. Il film uscirà nelle sale italiane a partire dall’1 dicembre per Warner Bros. Pictures Italia.
La pellicola racconta del 15 Gennaio 2009, quando il mondo assistette al “Miracolo sull’Hudson” quando il capitano “Sully” Sullenberger atterrò in emergenza col suo aereo nelle acque gelide del fiume Hudson, salvando la vita a tutti i 155 passeggeri presenti a bordo. Tuttavia, anche se Sully venne elogiato dall’opinione pubblica e dai media, considerando la sua un’impresa eroica senza precedenti, delle indagini minacciarono di distruggere la sua reputazione e la sua carriera.
Un film intimista dove le scene più appassionanti non sono quelle dell’incidente ma piuttosto quelle in cui il comandante Sully e il suo copilota Jeff Skiles devono difendersi dall’inchiesta che le autorità hanno istruito sull’evento.
Non c’è vera suspense perché il finale è noto, eppure il volo – 208 secondi in tutto – è mostrato tre volte, secondo le tre prospettive. Si capisce bene che mai come in un film del genere la differenza, spettacolare e morale, è nella scelta di quali pezzi del mosaico mostrare allo spettatore, cioè nel pensiero del registra che decide quale sguardo assegnarti, al di fuori delle necessità diegetiche.
Tom Hanks è straordinario nel suo indossare la maschera dell’uomo (americano) comune, in passato appartenuta di diritto a James Stewart, in una delle migliori interpretazioni della sua carriera, sicuramente la più matura.