La storia canonica ce l’ha raccontata in un modo: Cristoforo Colombo fu l’uomo che, basandosi su una (sbagliata) stima delle dimensioni del globo, convinse la Corona Spagnola a finanziare un viaggio verso ovest per raggiungere le Indie, sbattendo, per puro caso, contro il continente americano nel 1492. È un racconto epico di errore e fortuna. Eppure, un numero crescente di storici e ricercatori suggerisce che l’impresa colombiana nasconda un segreto ben custodito: e se Colombo non fosse partito totalmente all’oscuro? E se, in realtà, avesse avuto prove concrete dell’esistenza di terre oltre l’Atlantico, grazie alle conoscenze dei navigatori portoghesi?

Il Vantaggio Tecnico e Nautico del Portogallo
Per decenni, prima dell’impresa spagnola, il Portogallo era la vera potenza marittima d’Europa. I portoghesi avevano aperto le rotte lungo la costa africana, spingendosi sempre più a sud, in cerca di una via per l’Oriente. La carriera marittima di Cristoforo Colombo si svolse in gran parte proprio in Portogallo, dove sposò Filipa Moniz Perestrelo, la figlia di un governatore di Porto Santo, nelle isole Madera, e imparò l’arte della navigazione.
La rotta di navigazione atlantica per discendere lungo l’Africa occidentale, come ben sapevano i marinai portoghesi, prevedeva di allontanarsi molto dalla costa per sfruttare i venti e le correnti più favorevoli, prima di ripiegare verso l’obiettivo. Questo navigare nell’Atlantico aperto era una prassi consolidata, che aumentava enormemente le possibilità di imbattersi in indizi di terra al di là dell’oceano. Parliamo di avvistamenti come tronchi d’albero inusuali, resti vegetali non autoctoni, o persino carcasse di animali mai visti in Europa, tutti elementi che l’analisi storica suggerisce fossero ben noti ai marinai dell’epoca. Non è affatto inverosimile che alcuni marinai portoghesi, spintisi un po’ più del solito, avessero avuto la fortuna (o la sfortuna) di vedere le montagne in lontananza o di osservare il volo di uccelli che notoriamente non si allontanavano troppo dalla terraferma.
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In un’epoca in cui le informazioni marittime erano il più grande vantaggio strategico ed economico per una nazione, non si può escludere che il Portogallo avesse deciso di mantenere il segreto su questi indizi. Perché condividere una scoperta di tale portata con i rivali?
Il Mistero del Trattato di Tordesillas: La Prova più Rilevante
Forse l’elemento più sconcertante e difficile da ignorare a sostegno della tesi di una conoscenza portoghese pre-colombiana è il Trattato di Tordesillas. Firmato tra Spagna e Portogallo nel 1494, appena due anni dopo il primo viaggio ufficiale di Colombo, questo accordo divideva le “nuove terre” del mondo in due sfere di influenza. Una linea di demarcazione immaginaria, posta inizialmente a 100 leghe (circa 480 km) a ovest delle isole di Capo Verde, avrebbe assegnato alla Spagna le terre a ovest di essa e al Portogallo quelle a est.
La parte davvero cruciale riguarda la successiva rinegoziazione: il Portogallo insistette con forza per spostare la linea di ben 370 leghe (circa 1780 km) a ovest. La Spagna accettò, probabilmente convinta che in quelle desolate acque atlantiche non ci fosse nulla di significativo da perdere, a parte forse qualche isoletta.
E qui sta il nodo: questo spostamento, negoziato e accettato, permise al Portogallo di rivendicare una porzione consistente del Sud America, che oggi corrisponde alla costa orientale del Brasile.
Il Portogallo scoprì ufficialmente il Brasile solo nel 1500, con il navigatore Pedro Álvares Cabral. Che i portoghesi abbiano negoziato l’inclusione di una parte significativa del Brasile nel loro territorio ben sei anni prima della sua “scoperta ufficiale” è una coincidenza, nel migliore dei casi, sospetta nel peggiore. Molti storici ritengono che ciò indichi una precedente conoscenza segreta dell’esistenza del Brasile da parte dei portoghesi, probabilmente tramite avvistamenti non ufficiali (come suggerito dal frammento originale). Il Trattato di Tordesillas sembra quasi una mossa diplomatica preventiva per assicurarsi legalmente un territorio di cui si era già a conoscenza.
La Logica di Cristoforo Colombo e i Suoi Errori
Cristoforo Colombo era un navigatore di prim’ordine, ma anche un uomo con una determinazione incrollabile e, forse, una visione distorta della geografia. È noto che le sue stime sulla circonferenza terrestre e, di conseguenza, sulla distanza tra l’Europa e l’Asia Orientale (il Cipango, ovvero il Giappone, e il Catai, ovvero la Cina) fossero grossolanamente errate. Egli credeva che l’Asia fosse molto più vicina di quanto lo fosse in realtà.
Secondo la tesi della “conoscenza segreta”, Colombo, grazie ai suoi contatti nella comunità navale portoghese, dove si vociferava di terre a occidente, avrebbe potuto sentir parlare di questi avvistamenti. Combinando queste voci con i suoi calcoli sbagliati sulla distanza, avrebbe fatto “due più due”: se avevano visto terra relativamente presto, doveva trattarsi proprio dell’Asia.
Questa doppia congettura—voci di terra a ovest + sottovalutazione della circonferenza terrestre—potrebbe spiegare la sua ostinata fiducia e la sua estrema sicurezza nel portare avanti l’impresa di circumnavigazione. Non si trattava solo di un errore di calcolo accademico, ma di un rischio calcolato basato su informazioni parziali e segrete. Un uomo non così sprovveduto da partire totalmente al buio in base solo a dati contestati, ma abbastanza sicuro da convincere i monarchi spagnoli che il viaggio fosse fattibile.
La Questione del “Prenunzia” e dei Naviganti Sconosciuti
La storiografia alternativa parla spesso del concetto di “prenunzia” o “prenunciazione”, ovvero la possibilità che marinai, o anche semplici naufraghi, fossero arrivati sulle coste americane prima di Colombo e fossero poi tornati in Europa portando con sé le informazioni. Esistono leggende e speculazioni sui cosiddetti “piloti anonimi” che sarebbero tornati in Portogallo o a Madera con notizie dettagliate sulle rotte, le correnti e le coste avvistate.
Queste teorie, pur restando nel campo della speculazione, evidenziano la densa rete di contatti marittimi e la cultura della conoscenza segreta che permeava i porti atlantici. Colombo, in quanto navigatore di alto profilo e con accesso a fonti portoghesi, era nella posizione ideale per raccogliere, interpretare e sfruttare questa “prenunzia”. Non si trattava, dunque, di scoprire qualcosa di totalmente inedito, quanto di ufficializzare e monetizzare un segreto noto in certi ambienti marittimi.
L’eredità di Colombo rimane complessa, ma il suo ruolo potrebbe essere più quello di un imprenditore strategico che ha unito dati riservati (portoghesi) con una teoria geografica (la sua) per ottenere il finanziamento spagnolo, piuttosto che quello di un visionario completamente isolato e fortunato. La storia della scoperta dell’America è, in quest’ottica, molto più ricca di intrighi e geopolitica marittima di quanto non si creda.
FAQ: Le Controversie sulla Conoscenza di Colombo
Il Portogallo sapeva dell’esistenza del Brasile prima del 1500?
Molti storici ritengono di sì. L’evidenza più convincente risiede nel Trattato di Tordesillas (1494), in cui il Portogallo negoziò uno spostamento della linea di demarcazione verso ovest. Questo spostamento includeva una parte significativa del Brasile, che fu scoperto “ufficialmente” solo nel 1500 da Pedro Álvares Cabral, suggerendo una precedente conoscenza riservata acquisita tramite navigazioni atlantiche.
Perché Cristoforo Colombo pensava di raggiungere l’Asia Orientale?
Colombo credeva di raggiungere l’Asia (Cina e Giappone) perché aveva sottostimato in modo significativo la circonferenza terrestre. Questo errore di calcolo, unito alle possibili voci o indizi raccolti in Portogallo sull’esistenza di terre a ovest, lo portò alla convinzione che la distanza fosse abbastanza breve da permettere la traversata e che le terre avvistate dovessero essere le Indie Orientali.
Qual è la relazione tra i marinai portoghesi e la teoria della “prenunzia”?
I marinai portoghesi erano i più esperti nelle rotte atlantiche e la loro navigazione in mare aperto per sfruttare i venti li rendeva i più probabili a incrociare indizi o, in alcuni casi, ad avvistare effettivamente terre oltre l’Atlantico. La teoria della “prenunzia” ipotizza che alcuni di questi marinai, forse naufraghi, abbiano riportato a Colombo o ai suoi contatti le informazioni cruciali sull’esistenza e sulla rotta per le Americhe.
Quali prove fisiche supportano le voci di una conoscenza pre-colombiana?
Le prove fisiche dirette sono scarse, data la natura segreta delle informazioni marittime dell’epoca. Tuttavia, l’oggetto più citato è la rinegoziazione della linea di Tordesillas. Inoltre, resoconti e studi moderni hanno evidenziato la presenza di indizi come legni esotici o resti vegetali non europei che venivano regolarmente trovati sulle coste atlantiche del Portogallo, rafforzando la plausibilità di avvistamenti precedenti.
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