Contraccettivi, in Lombardia ai giovani verranno forniti gratuitamente

VEB

I numeri sono impietosi: in occasione dell’ultima Giornata mondiale della Contraccezione, la Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia ha illustrato come le italiane non hanno ancora le idee del tutto chiare in materia.

Una su quattro delle donne in età fertile, infatti, utilizza sistemi poco sicuri per evitare una gravidanza indesiderata. Il 17,5% ricorre alla pratica del coito interrotto, il 4,2% si affida ai metodi naturali e il 3,1% alla buona sorte o altri rimedi. La contraccezione ormonale viene scelta invece solo dal 16,2%.

Più nello specifico, secondo l’Istat, i metodi contraccettivi più utilizzati sono: preservativo (42,4%), pillola contraccettiva (24,3%), coito interrotto (17,5%), metodi naturali (4,2%), dispositivo intrauterino (4%), anello vaginale (2,1%), cerotto (1,5%), sterilizzazione (1,4%) e diaframma (1,2%).

Un’indagine Sigo ha rilevato inoltre che il 42% delle under 25 italiane non utilizza nessun metodo contraccettivo durante la prima esperienza sessuale. Il 43% ha fatto ricorso al preservativo, 1% a cerotto o anello e solo il 14% alla pillola.

E infatti sono proprio i più giovani i più ignoranti in materia, quelli che corrono più rischi, sia per quanto riguarda le gravidanze indesiderate, sia per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmettibili.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni anno, a livello globale, sono circa 357 milioni le nuove infezioni sessualmente trasmesse (tra le più diffuse rientrano clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi), patologie che tendono a presentarsi con maggiore frequenza nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni.

Considerando che la trasmissione di queste infezioni avviene attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) per contatto con i liquidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, sangue, saliva), il modo più efficace per proteggersi da queste malattie passa senza dubbio attraverso l’utilizzo di dispositivi che consentano di avere dei rapporti sessuali sicuri.

E, per incentivare conoscenza ed uso proprio dei dispositivi di contraccezione, proprio in queste ore è partita in Lombardia una importante iniziativa, che si spera venga estesa a tutte le altre regioni.

In particolare, l’impegno assunto dalla Regione con un Ordine del giorno all’assestamento al bilancio regionale 2018-2020 approvato in Consiglio lombardo è quello di mettere a disposizione tutti i mezzi di contraccezione, in modo gratuito, per ragazzi e ragazze fino a 24 anni nei consultori pubblici e privati accreditati della Lombardia.

Presentato dal Pd, prima firmataria Paola Bocci, l’Odg mira a sostenere la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili, soprattutto tra i giovani, e la procreazione responsabile, spiegano i promotori.

Ciò significa, elencano i dem in una nota, “implementare e valorizzare la rete dei consultori pubblici”, applicare pienamente la legge 194 nella parte che riguarda la prevenzione, per le donne italiane e straniere e permettere a ragazze e ragazzi fino ai 24 anni di età di ottenere gratuitamente, presso i consultori, sia la consulenza del medico o dell’ostetrica, sia “il metodo contraccettivo più idoneo”.

“È responsabilità delle istituzioni fare di tutto sia per evitare le conseguenze tragiche di una malattia devastante come l’Hiv, sia per rendere i giovani più consapevoli delle proprie scelte, che non devono essere dettate dalla condizione economica – sottolinea Bocci -. Negli ultimi anni si è abbassata notevolmente la guardia sull’Hiv e diventa un problema rilevante soprattutto per le giovani generazioni”.

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