Molte persone si interrogano su cosa fare con gli oggetti appartenuti a parenti o amici malati o deceduti, domandandosi se sia appropriato utilizzarli, donarli ad altri, o se sia meglio evitarlo completamente.
![Cosa non devi fare con gli oggetti dei defunti](https://veb.it/wp-content/uploads/2023/12/Cosa-non-devi-fare-con-gli-oggetti-dei-defunti.webp)
Da sempre, attorno a malattia e morte, si sono sviluppate numerose superstizioni.
Gli oggetti di una persona defunta o malata diventano spesso i testimoni materiali dei ricordi che abbiamo di lei. Una credenza diffusa sostiene che questi oggetti possano trasmettere “energia negativa“, influenzando male chiunque li usi dopo.
Questa, però, è solo una paura infondata: gli oggetti di per sé non possono nuocere, a meno che non si attribuisca loro un qualche “potere magico” a livello psicologico.
Il Cristianesimo affronta la questione in maniera più pragmatica, incoraggiando da sempre la distribuzione degli abiti dei defunti ai poveri, come gesto di memoria e preghiera.
Il rispetto per i beni personali dei defunti si riflette anche nella tradizione cristiana di venerare le reliquie, oggetti appartenuti ai santi. Al contrario, alcune culture pagane tendono a considerarli come “amuleti” o fonti di poteri “curativi” speciali.
Il Cristianesimo generalmente non attribuisce agli oggetti “energie” autonome, sia positive che negative. L’unico rischio reale derivante dagli oggetti personali di qualcuno può essere il contagio di malattie infettive, per cui in questi casi è consigliato evitare il contatto per ragioni mediche.
Anche psicologi e terapeuti possono suggerire di evitare l’uso di oggetti appartenuti a malati o deceduti, non per motivi misticistici, ma per non aggravare lo stress emotivo associato al lutto.