Dustin Hoffman spegne le sue prime 80 candeline

VEB

Un traguardo importante, un’età in cui la maggior parte delle persone sono già a riposo dalla professione  da un bel po’, ma lui è un’eccezione, come è stata eccezionale tutta la sua lunghissima carriera: Dustin Hoffman spegne le sue prime 80 candeline e ci manca poco che non lo faccia direttamente dal set dove ama ancora passare le sue giornate.

L’attore e regista americano festeggia una carriera da divo del cinema che gli è valsa due Oscar e l’ammirazione della critica per la straordinaria capacità di interpretare ruoli assai diversi con la stessa passione e con il suo caratteristico perfezionismo.

È passato mezzo secolo da quando uscì il film che ebbe il merito di lanciarlo dell’olimpo dei grandi, Il Laureato, e da allora, straordinariamente, il suo aspetto è mutato di pochissimo.

“Ho un vantaggio iniziale” dice Hoffman, che in ogni intervista è sempre scherzoso e allegro. “Non ho mai dato molta importanza al mio aspetto fisico non essendo mai stato un adone. Un peso di meno e una grana in meno. I belli si dannano per rimanere tali, e finiscono spesso assai infelici”.

In mezzo secolo di carriera può vantare 84 film, due Oscar, una regia e una tale varietà di ruoli da farne un attore completo e celebrato. È stato Rizzo in «Un uomo da marciapiede», Raymond, il fratello affetto da autismo di Tom Cruise, in «Rain Man», ha impersonato la più convincente donna della commedia americana in«Tootsie», ha incarnato il coniglio dal cuore d’eroe in «Cane di paglia», ha vestito i panni di Capitan Uncino in «Hook», ha dato vita a memorabili duetti di bravura: da «Il maratoneta» con Laurence Olivier a «La giuria» con Gene Hackman, da «Tutti gli uomini del presidente» con Robert Redford fino all’irresistibile «Wag the Dog» con Robert De Niro.

Dopo mezzo secolo di mestiere, coronato da premi e riconoscimenti, l’outsider del cinema può ben dirsi soddisfatto, e in una recente intervista ha dichiarato ironico: «Uno degli effetti del successo è che smetti di aver paura di morire: se sei una star, sei già imbalsamato».

Per i suoi 80 anni si è regalato un altro film, The Meyerowitz Stories diretto da Noah Baumbach e presentato all’ultimo Cannes Film Festival: durante la conferenza, con sottile ironia ha dichiarato “Sto sentendo un sacco di gente ripetere che è cresciuta guardando i miei film. Chiunque sia più vecchio di me in questa sala può alzarsi in piedi per favore? Non volevo fare il vecchio qui”.

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