Negli ultimi anni, i social media hanno visto nascere una nuova figura di influencer: i finfluencer, ovvero creatori di contenuti che offrono consigli su investimenti e gestione del denaro, spesso senza possedere una solida formazione finanziaria. Il fenomeno, in rapida crescita, ha attirato l’attenzione degli organi di vigilanza, tra cui il Capital Markets Board (CMB), che mette in guardia gli utenti sui potenziali rischi legati a queste figure.

Il termine finfluencer nasce dalla fusione di “finance” e “influencer“, e identifica individui che pubblicano contenuti legati al mondo finanziario, sfruttando un linguaggio semplice e riferimenti alla cultura pop per attrarre soprattutto i più giovani. Il loro obiettivo? Rendere concetti complessi come risparmio, investimento e criptovalute più accessibili, ma spesso a scapito della precisione e della competenza.
Secondo numerosi esperti del settore, questi influencer digitali si limitano a fornire consigli di carattere generale. Un esempio tipico è l’invito a “investire una cifra fissa ogni mese, invece di ciò che avanza a fine mese“. Ma quando si passa a raccomandazioni più specifiche o personalizzate, i problemi possono diventare seri, soprattutto se l’influencer non è qualificato per fornire consulenze finanziarie.
La Generazione Z, in particolare, sembra essere la più esposta a questo trend. Un recente studio condotto negli Stati Uniti rivela che oltre il 70% dei giovani tra i 21 e i 25 anni consulta i social media prima di prendere decisioni in ambito finanziario. Ciò rende i finfluencer dei veri e propri punti di riferimento per chi si avvicina per la prima volta al mondo degli investimenti, in particolare in settori ad alta volatilità come le criptovalute.
Tuttavia, il CMB ha espresso preoccupazione per l’influenza esercitata da questi soggetti. Già dal 2023, l’ente regolatore dei mercati finanziari ha emanato avvisi contro chi promuove azioni o strumenti finanziari attraverso canali come social network, gruppi privati o chat room. Le sanzioni previste per chi viola le normative possono arrivare fino a 5 anni di reclusione e 5.000 giorni di multa.
In un contesto dove l’informazione è sempre più veloce e frammentata, è fondamentale per gli utenti distinguere tra chi offre spunti educativi e chi invece, senza adeguate qualifiche, rischia di compromettere la stabilità finanziaria degli investitori meno esperti.