La genetica viene in soccorso per smettere di fumare

VEB

La forma di dipendenza creata dal tabagismo è l’abitudine a bruciare le foglie di tabacco per poi inalare i fumi che ne derivano, ma il fumo è dannoso in tutte le sue forme e, sembra, secondo gli ultimi dati che il consumo di tabacco si sia ridotto in determinati Paesi, oggi poi gli studi confermano che per smettere di fumare ci può venire in soccorso la genetica, ovvero molto dipende proprio dai nostri geni.

Il tabagismo è responsabile di danni a numerosi organi e tessuti del corpo umano. Del resto, la combustione di una sigaretta produce circa 4000 sostanze, molte delle quali sono tossiche/irritanti o cancerogene.
Le più importanti e comuni affezioni derivanti dal consumo di tabacco sono: il tumore al polmone, le malattie cardiovascolari e la broncopneumopatia cronica ostruttiva.

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), l’abitudine al consumo di tabacco detiene due tragici primati: rappresenta la seconda causa di morte al mondo e la prima causa di morte evitabile (sempre al mondo).

Negli ultimi dieci anni il consumo di tabacco si è ridotto nei Paesi a maggiore benessere economico ma è cresciuto nei Paesi più poveri del mondo, là dove la gente ha estreme difficoltà a trovare il pane quotidiano.

Più in generale, sei milioni di morti premature è il bilancio planetario di questa grave piaga, 500mila nella nostra Europa, 80mila in Italia, ogni anno, e con 10-12 anni di anticipo rispetto a chi non fuma.

Troppi bambini poi sono esposti al fumo passivo. Si calcola che almeno 1 bimbo su 5 cresca accanto a genitori che fumano. A questi, si somma un 12% di adolescenti considerato tabagista.

Fumo, per smettere in aiuto la genetica

Fumo per smettere in aiuto la genetica

E se cadere nella trappola del fumo è estremamente semplice, smettere non lo è affatto. Il primo passo per smettere di fumare passa per la mente: non c’è nulla che può fermare un fumatore convinto a smettere, ma per arrivare a quello stato mentale ottimale bisogna prima lavorare su se stessi e la propria dipendenza.

Esistono poi dei validi alleati farmacologici per vincere la dipendenza da nicotina: cerotti, compresse, intrugli a base di erbe, tante tecniche differenti, tutte più o meno valide per vincere il vizio.

Ma a quanto pare riuscire a smettere è anche questione di geni: uno studio condotto dai ricercatori dell’Istituto nazionale tumori di Milano – pubblicato su ‘Scientific Reports‘, rivista del gruppo Nature – ha permesso di individuare attraverso un semplice prelievo di sangue le caratteristiche genetiche che influenzano il rischio di diventare dipendenti dal fumo di sigaretta, nonché la difficoltà a smettere nonostante l’aiuto dei farmaci.

Gli esperti, nello specifico, spiegano che alcuni polimorfismi genetici (variazioni nel Dna specifiche per ciascun individuo), localizzati nei geni che codificano per i recettori nicotinici, sono risultati associati al rischio di sviluppare dipendenza dalla nicotina. Uno di questi polimorfismi, situato nel gene Chrna5, è legato anche a un’aumentata difficoltà a smettere di fumare in pazienti che hanno assunto specifici trattamenti farmacologici antifumo e ricevuto un apposito supporto psicologico.

Questi risultati – afferma Francesca Colombo, coordinatrice dello studio – rappresentano il primo passo verso l’individuazione di un profilo genetico individuale, sulla base del quale si potrà definire un percorso terapeutico di disassuefazione dal fumo il più personalizzato possibile“.

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