Germania, due anni di carcere per oltre cinquemila omicidi

VEB

La giustizia italiana vi sembra troppo “blanda”? Pensate che le pene debbano essere inasprite soprattutto per i reati più gravi e deplorevoli come le violenze sui bambini o gli omicidi?

Beh, allora non continuate a leggere questo articolo, perché c’è veramente da rimanere interdetti.

La giustizia tedesca, infatti, non solo ci ha messo oltre sette decenni per comminare una condanna, ma alla fine questa è talmente leggera da essere francamente ridicola.

Giovedì 23 luglio Bruno Dey, un uomo di 93 anni che era diventato una guardia nel campo di concentramento di Stutthof, in Polonia, quando ne aveva soltanto 17, è stato condannato a due anni di carcere da un tribunale di Amburgo, in Germania, per l’omicidio in concorso di oltre 5mila prigionieri. 

Germania due anni di carcere per oltre cinquemila omicidi

Nel campo di Stutthof, non lontano da Danzica, durante la II Guerra mondiale i nazisti uccisero 65mila persone: ebrei, prigionieri politici, oppositori polacchi. Bruno

Dey arrivò prima del suo 18esimo compleanno. Lavorò come guardia dall’agosto 1944 all’aprile 1945, e durante quel periodo furono uccise 5230 persone.

 Durante l’ultima seduta del processo aperto lo scorso autunno ad Amburgo, qualche giorno fa, l’uomo si è scusato con sopravvissuti e familiari delle vittime di quanto accaduto, aggiungendo di aver realizzato solo nel corso del processo le atrocità di cui era stato testimone.

Vista l’età, non andrà in carcere.

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