Glaucoma, si può e si deve prevenire

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Per glaucoma si intende un gruppo eterogeneo di malattie caratterizzate da un danno al nervo ottico, in cui l’elevata pressione endoculare rappresenta il principale fattore di rischio, con successivo danno al campo visivo.

L’ipertensione oculare, coadiuvata da altri fattori che aumentano la vulnerabilità dei tessuti, inizia insidiosamente il danneggiamento del nervo ottico. Un certo numero di fibre entra in sofferenza sino ad essere distrutte. Se non viene istituita in tempo la terapia adatta ne consegue una progressiva lesione del nervo ottico (papilla ottica). In questa struttura la escavazione centrale che é presente anche in molti occhi normali va via via sempre più allargandosi a spese del tessuto nervoso normale. Nelle fasi avanzate la papilla ottica appare atrofica e caratteristicamente escavata a pentola.

Secondo recenti stime in Italia sono circa 550.000 i pazienti accertati, un dato che sta crescendo di pari passo con una maggiore conoscenza del problema ai diversi livelli scientifici e sociali. In termini percentuali ciò significa il 3% della popolazione italiana sopra ai 40 anni, con maggiore prevalenza al nord (48%), seguito dalle isole (28%) e dal centro (24%). La sua incidenza aumenta con l’età interessando più del 10% dei soggetti sopra i 70 anni; è responsabile di circa 4500 nuovi casi/anno di cecità ed attualmente si stima vi siano 200.000 persone non vedenti per questa patologia nel nostro paese.

La cecità legata al glaucoma si può quasi sempre prevenire purché la malattia sia diagnosticata e curata tempestivamente.

La diagnosi di glaucoma interessa tutta la vita e di regola, una volta fatta, comporta un trattamento che dura appunto per tutta l’esistenza del paziente. Non è quindi una diagnosi che si debba porre alla leggera. Nel contempo è normalmente accettata l’ipotesi che nel momento in cui noi possiamo porre con certezza tale diagnosi in base ad un esame clinico, un consistente numero di assoni è già andato irreversibilmente perduto.

La prognosi a lungo termine è influenzata anche dall’entità delle alterazioni oculari già presenti all’epoca dell’inizio del trattamento. Pertanto molti oftalmologi obiettano che è importante fare una diagnosi precoce in modo da poter iniziare il trattamento sin dalle prime fasi della malattia.

I fattori che predispongono al glaucoma sono la riduzione della profondità della camera anteriore (ridotto spazio compreso tra cornea e iride), che si può avere nel caso di ipermetropia elevata, ma anche la cataratta totale (detta “matura intumescente”: il cristallino perde completamente la sua trasparenza ed elasticità fino a sembrare un piccolo sasso bianco).

Glaucoma si puo e si deve prevenire

Allo stato attuale non esiste terapia che possa restituire la vista o la vita alle cellule danneggiate. Tuttavia è possibile rallentare il decorso della patologia. I farmaci più utilizzati sono dei betabloccanti. Tra quelli a uso topico, o locale, vi sono il Dorzolamide e il Latanoprost. La terapia può essere integrata anche con Dipivefrina, Brimonidina e Apraclonidina.

Finora, inoltre, soprattutto negli stadi iniziali, si è sempre pensato che il glaucoma creasse meno limitazioni nella vita quotidiana poiché preserva la capacità visiva centrale peggiorando solo quella periferica. Ma in realtà, non è così. «All’inizio il campo visivo viene danneggiato nella sua porzione periferica, per cui il paziente percepisce di meno il problema perché riesce a vedere bene ciò che ha di fronte – puntualizza Carlo Nucci, direttore dell’unità operativa complessa di oculistica al Universitario di Roma Tor Vergata -. Man mano che il glaucoma progredisce la percezione dello spazio intorno a sé diminuisce e nascono delle difficoltà in alcune delle attività quotidiane».

Il dottor Luigi Fusi pone l’accento sulle visite di controllo, che spesso sono l’arma migliore per combattere la malattia. «Ricordiamo che è bene, dopo i quarant’anni, sottoporsi a un controllo della pressione oculare, chiamata tonometria – spiega il dott. Fusi – Ricordiamo anche che i valori medi normali si attestano intorno ai 20 mm/hg. Chi ha un valore più alto è bene che venga controllato da uno specialista oculista. Ci sono molte iniziative in Italia, di associazioni Onlus e volontari che vanno a fare delle campagne di controllo pressorio oculare con dei mezzi mobili. Questo è importante per scoprire eventuali problemi agli occhi».

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