Grassi saturi, per Oms devo rappresentare meno del 10% della dieta

VEB

Dal punto di vista chimico, gli acidi grassi saturi (chiamati anche con l’acronimo SFA, dall’inglese Saturated Fatty Acids) altro non sono che acidi grassi costituiti da una catena carboniosa satura formata unicamente da legami singoli C-C. Possono essere di origine naturale o derivati per idrogenazione di acidi grassi insaturi.

Eppure, per la giusta alimentazione e la salute di ognuno di noi, sono molto di più: sono nello specifico componenti di molti alimenti che consumiamo ogni giorno e che dovremmo limitare se vogliamo vivere in salute e più a lungo, evitando patologie anche molto gravi.

Già dal 1950 infatti la maggioranza degli studi ha evidenziato come il consumo di alimenti che contengano elevate quantità di acidi grassi saturi – quindi i grassi della carne e derivati, del latte e derivati (cioè burro e formaggi), lo strutto, ed inoltre alcuni oli vegetali (olio di cocco, di palma e di semi di palma) – sia potenzialmente dannoso per la salute.

Associazioni mediche cardiologiche, e autorità governative, come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la American Dietetic Association, i Dietisti del Canada, la Dietetic Association britannica, l’American Heart Association, la British Heart Foundation, la World Heart Federation, il National Health Service britannico, la Food and Drug Administration degli Stati Uniti e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare rilevano che i grassi saturi sono un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari (CVD).

E proprio in queste ore arriva un nuovo monito dell’Organizzazione mondiale della Sanità: le calorie assunte dai grassi saturi non dovrebbero superare il 10% dell’apporto calorico giornaliero e quelle provenienti dai grassi trans dovrebbero rimanere sotto l’1%.

Questa indicazione è contenuta nella bozza delle nuove linee guida proprio dell’Organizzazione mondiale della sanità, illustrate da Francesco Branca, direttore del Dipartimento nutrizione dell’Oms, in conferenza stampa a Ginevra.

L’obiettivo è ridurre l’impatto delle malattie non trasmissibili, innanzitutto patologie cardiovascolari e diabete, fra bambini e adulti, come spiega Branca: “Le malattie non trasmissibili sono la causa principale di morte, responsabili del 72% del totale dei decessi nel mondo, ben 39,5 milioni su 54,7 milioni. In particolare, fra questi, il 50% è attribuibile alle patologie cardiovascolari. E in molti casi si tratta di morti precoci, prima dei 70 anni”.

Le malattie cardiovascolari, sottolineano gli esperti dell’Oms, nel 2016 sono state la causa di 17 milioni di decessi. “Un consumo eccessivo di grassi saturi e trans – ha spiegato Francesco Branca, del dipartimento per la nutrizione dell’Oms – è stato identificato come una delle cause principali delle malattie cardiovascolari, e ridurne l’assunzione può salvare migliaia di vite”.

I legami tra acidi grassi, sia saturi che trans, e malattie cardiovascolari, hanno aggiunto gli esperti, sono ormai dimostrati con un alto livello di evidenza scientifica, che ha motivato l’adozione delle linee guida.

Se è vero che l’organismo umano ha bisogno di tutti i tipi di nutrienti per funzionare correttamente, alcuni sono essenziali a sopperire il bisogno di energia, altri ad alimentare il continuo ricambio di cellule e altri elementi del corpo, altri a rendere possibili i processi fisiologici, altri ancora hanno funzioni protettive, è altrettanto vero che l’alimentazione deve essere quanto più possibile varia ed equilibrata.

Se un adulto attivo ha bisogno di 2.500 calorie al giorno, spiega ancora Branca all’Adnkronos Salute, “parliamo di 250 calorie circa provenienti da grassi saturi, poco meno di 30 grammi al dì: l’equivalente di 100-150 gr di formaggio, un litro di latte intero, di 50 grammi di burro e altrettanti di olio di palma. Per i bambini le proporzioni si riducono un po’, ma – sottolinea – si tratta di quantità compatibili con un consumo moderato di prodotti lattiero-caseari e di origine animale”.

Che, dunque, come abbiamo visto non vanno banditi dalla dieta. E soprattutto “non vanno sostituiti con prodotti industriali a bassissimo contenuto di grassi, ma ricchi di zuccheri, come quelli da forno”, raccomanda.

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