Nel cuore della Croazia, la città di Szamobor, a pochi chilometri da Zagabria, ha lanciato un’iniziativa pionieristica che sta facendo parlare tutta Europa: i nonni vengono pagati fino a 360 euro al mese per prendersi cura dei propri nipoti, aiutando così le famiglie a far fronte alla carenza di posti negli asili nido. La notizia è stata riportata dall’agenzia AFP e ha già attirato l’attenzione di numerosi osservatori internazionali.

Ispirato al modello svedese, questo programma non solo offre una soluzione concreta a un problema sociale, ma rafforza i legami familiari e aiuta gli anziani con pensioni modeste a integrare il loro reddito.
Il “servizio nonna-nonno” funziona davvero?
Secondo quanto riferito dalla sindaca Petra Škrobot, il progetto è partito alla fine di marzo 2025 e ha già coinvolto 28 nonni. Chi aderisce riceve 360 euro mensili per ogni bambino accudito, un sostegno economico importante in un Paese dove la pensione media si aggira sui 550 euro.
“Le pensioni sono basse e non ci sono abbastanza asili. Con questo programma, aiutiamo le famiglie e rafforziamo i legami tra generazioni,” ha dichiarato la sindaca all’AFP.
Uno dei partecipanti, la sessantenne Dubravka Koletic, ha sottolineato come il progetto abbia portato benefici sia economici che affettivi. La figlia, Danijela Koletic, ha aggiunto che “è rassicurante lasciare il bambino con una persona di fiducia, anziché affrontare i costi elevati di una tata o di un asilo privato.”
Perché è nato questo programma?
Szamobor, città di circa 37.000 abitanti, ha due asili principali e alcune strutture minori che accolgono più di 1.300 bambini. Ma nel solo 2024 oltre 100 piccoli sono rimasti esclusi dai servizi educativi pubblici a causa della mancanza di posti.
Il fenomeno è diffuso in tutta la Croazia, soprattutto nelle grandi città come Zagabria, dove ogni anno migliaia di famiglie si trovano costrette a cercare soluzioni alternative: asili privati, babysitter o, appunto, l’aiuto dei nonni.
Il contesto: carenza di asili e pensioni basse
In Croazia, le mamme hanno diritto a 12 mesi di congedo di maternità, e lo Stato copre l’assistenza all’infanzia dai 6 mesi fino all’ingresso nella scuola primaria. Tuttavia, le strutture pubbliche non bastano, e molte famiglie devono affrontare costi elevati o affidarsi a soluzioni informali.
Il programma di Szamobor interviene proprio in questo vuoto, riconoscendo il valore sociale del lavoro di cura dei nonni e offrendo un’alternativa dignitosa, economica e culturalmente accettata.
Approfondisci con il reportage di France 24 / AFP
Un modello da esportare?
L’iniziativa di Szamobor si inserisce in un dibattito più ampio sul ruolo dei nonni nelle società moderne, soprattutto in Europa, dove l’invecchiamento demografico e la precarietà del lavoro giovanile stanno ridefinendo i rapporti intergenerazionali.
Alcuni esperti, come quelli dell’European Centre for Social Welfare Policy and Research, sostengono da tempo che politiche familiari inclusive, che riconoscono il contributo degli anziani, possano generare benefici sociali diffusi, ridurre l’isolamento e migliorare il benessere psicologico sia per i nonni che per i bambini.
In sintesi:
- A Szamobor, i nonni ricevono 360 euro/mese per accudire i nipoti;
- Il progetto è nato per compensare la carenza di posti negli asili;
- Aiuta i nonni a integrare la pensione e rafforza i legami familiari;
- In pochi mesi hanno aderito 28 famiglie, ma il numero è destinato a crescere;
- L’iniziativa potrebbe diventare un modello da replicare anche altrove in Europa.
Fonti autorevoli