Il processo di morte si può invertire, scoperta l’onda di morte

VEB

Uno studio condotto presso l’Istituto del Cervello di Parigi in Francia ha portato a scoperte significative riguardo al processo di spegnimento del cervello che avviene prima della morte.

Il processo di morte si puo invertire scoperta onda di morte

Gli scienziati hanno localizzato con precisione l’area cerebrale dove inizia questo processo, aprendo nuove possibilità per capire meglio la morte come un evento prolungato potenzialmente reversibile. Secondo il neuroscienziato Severin Mahon, capo della ricerca, il fenomeno denominato “onda di morte” inizia con un rilascio chimico seguito da un’attività elettrica nel cervello, identificato durante un esperimento su topi sedati e privati di ossigeno.

Durante questo processo, è stato osservato un notevole aumento di glutammato, un neurotrasmettitore legato all’attivazione dei neuroni, dovuto al rapido esaurimento delle riserve energetiche delle cellule cerebrali per mancanza di ossigeno.

Prima del completo spegnimento cerebrale, gli scienziati hanno notato un periodo di alta attività corticale, legato alle onde cerebrali tipiche delle esperienze coscienti. Ciò ha portato a interrogativi su possibili esperienze simil-memoria durante la morte, nonostante il paziente fosse incosciente durante gli esperimenti.

Gli studi suggeriscono anche che potrebbero esserci esperienze di pre-morte in seguito a rianimazioni riuscite, dovute al graduale recupero delle funzioni cerebrali.

Stephane Charpier, un altro ricercatore chiave, ha enfatizzato che la morte è un fenomeno fisiologico che impiega tempo e non è nettamente distinto dalla vita. L’idea di poter ripristinare la funzione cerebrale dopo un’onda di morte apre la strada alla creazione di neuroprotettori per preservare funzioni vitali.

È emerso che il cervello potrebbe non morire completamente in presenza di un’onda di morte, indicando la possibilità di rianimazione in casi di arresto cardiaco e respiratorio, se si comprendono le condizioni precise per il ripristino delle funzioni e si sviluppano farmaci neuroprotettori appropriati.

Inoltre, è stato rilevato che ripristinare la respirazione entro quattro minuti dall’arresto cardiaco può prevenire la morte cerebrale. In esperimenti su ratti, è stato osservato che diverse aree cerebrali muoiono a ritmi differenti.

La ricerca si concentra ora sul comprendere come interrompere o rallentare l’onda di morte, focalizzandosi sulla sua origine e limitandone la diffusione, con l’obiettivo di sviluppare interventi medici efficaci in situazioni critiche.

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