Sempre più spesso sentiamo ripetere che l’Italia è un paese di “vecchi”, ed effettivamente l’età media è sempre più alta, con molti più anziani che giovani.
Una situazione che non giova certo alla crescita di un paese, al suo presente e al suo futuro, ma c’è di peggio: come certifica l’Istat, le nascite continuano incessantemente a calare.
I neonati iscritti all’anagrafe, infatti, lo scorso anno, sono stati 439.747, con un calo del 4% rispetto al 2017 (circa 18mila in meno in valori assoluti). La diminuzione è iniziata dieci anni fa, nel 2008.
Il calo è dovuto al numero di cittadini italiani residenti in Italia, che tra il 2015 e il 2018 è diminuito di 677mila. Bisogna considerare anche che nello stesso periodo sono state date 638mila nuove cittadinanza, altrimenti il calo sarebbe stato di 1.300.000 unità, spiega sempre l’ISTAT.
In buona sostanza, la popolazione italiana ha, da tempo, perso la sua capacità di crescita per effetto della dinamica naturale, quella dovuta alla “sostituzione” di chi muore con chi nasce. Nel corso dello scorso anno, la differenza tra nati e morti (detta saldo naturale) è negativa e pari a -193mila unità.